Rosso fascino, rosso Marte. Interrogativi, fantasie e innamoramenti che, da secoli, guardano in alto. E lasciano tanti, sognatori, o no, con i piedi per terra, ma con il naso all'insù. Sempre disposti ad immaginare qualcosa che forse non c'è, non c'è mai stato. O forse qualcosa che c'è stato, eccome: la più bella delle fantasie da vivere, la vita. La notizia che queste fantasie riaccende è che, rovista e rovista, l'impertinente quanto simpaticissima sonda Curiosity ha o avrebbe dunque trovato su Marte «semplici molecole organiche» che, al di fuori dell'asettico linguaggio scientifico, rappresentano i precursori della vita. L'annuncio ufficiale è atteso per il 3 Dicembre a San Francisco in occasione dell'incontro dell'American Geophysical Union. Ma da quando la scorsa settimana John P. Grotzinger, uno degli scienziati leader del progetto, si è lasciato sfuggire in un'intervista alla radio americana Npr che Curiosity potrebbe aver fatto una scoperta «portata storica», l'interesse di fan e scienziati è schizzato, è il caso di dire, alle stelle. Anche se poi lo stesso Grotzinger ha un poco frenato spiegando che «la missione sta producendo un volume di dati scientifici di grande valore senza precedenti che ci aiuteranno a ricostruire antiche condizioni ambientali su Marte che potrebbero aver ospitato qualche forma di vita nel passato del pianeta, ma abbiamo solo cominciato questo viaggio indietro nel tempo». Intanto con l'aiuto di Sam, Sample analysis at Mars, il laboratorio di analisi chimiche a bordo, Curiosity ha cominciato ad analizzare un minuscolo quantitativo di sabbia e polvere il 9 Novembre e non ha ancora terminato il suo lavoro. Attesa, quindi. Ma anche prudenza di una parte della comunità scientifica. «Curiosity - ha precisato Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory della Nasa - non è dotato di strumenti per trovare tracce biologiche, ossia molecole necessarie o prodotte da forme di vita, ma ha la capacità di riconoscere molecole organiche. Tali molecole, composti a base di carbonio, non provano di per sé la presenza di vita, ma senza di loro la vita non può svilupparsi». Per nulla sorpresi gli ufologi italiani: «Vedremo se la cosa sarà ufficializzata, in ogni caso per noi è solo una conferma - commenta Vladimiro Bibolotti, presidente del Cun, Centro Ufologico Nazionale - è una teoria nota quella secondo cui l'acqua sia una materia extraterrestre portata dalle comete anche sul nostro pianeta. La notizia che ci interessa veramente è quella relativa alla scoperta della vita intelligente».
Ogni generazione, almeno in Occidente, ha rielaborato a modo suo il fascino misterioso del Pianeta Rosso (per via delle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono), dalle avventure fantastiche del capitano John Carter di Edgar Rice Burroughs alle cronache di Ray Douglas Bradbury, da «La guerra dei mondi» di Herbert George Wells agli avvistamenti di dischi volanti. Marte, quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra, pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra -140 e 20 °C) il pianeta è il più simile alla Terra tra quelli del sistema solare. Nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e della Luna ha inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri.
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