La Cancellieri libera i detenuti «Sono favorevole all'amnistia»

«La mia opinione personale è favorevole all'amnistia ma è un provvedimento che tocca al Parlamento: mi rimetto alle scelte della politica».
Anna Maria Cancellieri al Meeting di Rimini fa pienamente sua la scommessa e la battaglia a favore della dignità dei detenuti nelle carceri italiane. Ma anche quella delle assunzioni lavorative di ex detenuti con gli incentivi fiscali previsti della Legge Cancellieri, entrata in vigore il 19 agosto, la cosiddetta «svuotacarceri», titolo per lei del tutto immeritato.
«Non svuota un bel niente», spiega. «Ha solo alleggerito un po' la pressione» e contrariamente alla percezione diffusa non metterà in circolazioni migliaia di delinquenti. «Assolutamente no - dice - non metteremo in circolazione chi è socialmente pericoloso, ma ci sono tanti che hanno commesso fatti penalmente rilevanti e possono pagare la loro colpa lavorando».
«Sono favorevole all'amnistia, oltre che per motivi umanitari anche perché ci darebbe l'opportunità di mettere in cantiere una riforma complessiva del sistema penitenziario», dice la Gurdasigilli. L'importante è procedere a un «cambio di passo culturale», adoperandoci per «migliorare, e di molto, le condizione delle carceri e dare al maggior numero di detenuti possibili l'opportunità di reinserirsi nella società. Aumentare quindi le opportunità di lavoro, lavoro sociale e studio».
Quello del sovraffollamento nelle carceri, aggiunge il ministro, è un tema «delicato» per l'impatto che ha sul senso di sicurezza dei cittadini. «Il nostro provvedimento - spiega - affidando sempre al magistrato la decisione finale, vuole proprio evitare che possano uscire dalle celle detenuti considerati pericolosi». Ma per una volta «dobbiamo ringraziare l'Europa che ci ha messo con le spalle al muro dicendoci: entro un anno dovete mettervi a posto», dice riferendosi alla condanna inflitta all'Italia dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per le condizioni di sovraffollamento delle nostre carceri.
«L'Europa in fondo ci dice di fare quello che la nostra Costituzione prevede. Dice di non maltrattare la dignità degli uomini, di far sì che la pena sia strumento per pagare il proprio conto con la società e uscire migliorati. Il problema è che per tutta una serie di motivi in questi anni abbiamo perso la via maestra, abbiamo dimenticato la nostra civiltà».
Insomma «c'è molto da fare per migliorare il sistema carcerario italiano.

Le nuove regole dicono che nei parlatori non ci devono essere barriere, nelle celle non devono esistere grate o altri ostacoli all'ingresso della luce. Ebbene questo non avviene. Sono pochi casi di carceri in regola. Siamo il paese di Beccaria, ma nella realtà abbiamo una situazione che, come dice a ragione il presidente della Repubblica, è ripugnante».
FdF

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