Mentre dal Canada rimbomba, sui media di tutto il mondo, l'agghiacciante notizia di un serpente che avrebbe (condizionale d'obbligo, poi spiego perché) soffocato tra le sue spire due bambini, uno di 5 e l'altro di 7 anni, il Guardian ieri titolava, in prima pagina: «I proprietari di cani assassini potrebbero finire la loro vita in carcere». La proposta viene niente meno che da Lord de Mauley, ministro britannico per il benessere animale. Si noti che stiamo scrivendo della Gran Bretagna, Paese dove notoriamente il benessere animale non è un affare tra quattro anziane vedove che prendono il tè alle cinque del pomeriggio dissertando dei Corgy della Regina.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso probabilmente è stata la vicenda della giovane Jade Anderson, una ragazzina di 14 anni, morsicata a morte da quattro cani, probabilmente due bull mastiff e due staffordshire bull terrier, nel marzo di quest'anno, vicino a Manchester. Sedici persone morte dal 2005 hanno convinto anche gli amanti dei cani che la misura è colma.
Mentre da noi si disserta, davanti a una granita, se sia sufficiente o meno mandare a scuola chi possiede cani che hanno aggredito violentemente bambini o anziani, il ministro del benessere animale britannico ha pubblicamente dichiarato che le sanzioni attuali sono del tutto insufficienti. E si badi bene che là non si tratta di un ipotetico «corso istruttivo» (che, peraltro, in Italia nessuno ha mai fatto), ma si tratta attualmente di due, tre anni di galera. Ebbene, per il governo di Sua Maestà non bastano più per i bulli di quartiere multitatuati, che acquistano l'american saffordshire (Amstaff) o il Pit Bull e trovano chi li allena alla violenza, in modo da avere tra le mani un'arma legale da mostrare alle giovani squinzie. «Gli attacchi mortali, o con gravi conseguenze, causati dai cani» - afferma De Mauley - «meritano durissime punizioni e saranno inseriti tra i comportamenti antisociali, come lo stupro e lo stalking».
Per il momento il ministero ha avviato un sondaggio on line in tutta la nazione, chiedendo a chi vorrà rispondere se ritiene opportuno innalzare decisamente le attuali sanzioni per i possessori di «cani killer» che uccidono persone o cani guida. Tra le domande spicca la seguente: «Per i casi che implicano la morte di una persona quale delle seguenti opzioni ritenete più opportuna: 7 anni, 10 anni, 14 anni di prigione o l'ergastolo?». Per quanto riguarda il «cane assassino» non è prevista nessun'altra soluzione, se non l'abbattimento. Punto.
Il mese scorso i genitori di Jade Anderson e quelli di John Paul Massey, ucciso dal pit bull dello zio nel 2009, hanno inviato una petizione al primo ministro David Cameron.
Gli inglesi sicuramente esagerano, ma di certo noi facciamo la solita figura dei cioccolatai, tra ministri che istituiscono la black list dei cani, quelli che la tolgono, sottosegretari che vogliono mandare a scuola chi ha cani «impegnativi» (verrebbe da ridere se non fossero faccende drammatiche) e animalisti estremisti che vogliono riabilitare Erode, il cane che ha sgozzato mezzo asilo. Ne riparliamo al prossimo morto, come d'uso nel nostro Paese.
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