E facciamoli lavorare, questi dipendenti pubblici, non sia mai che qualche politico s'inventi che gli statali stanno inchiodati alla scrivania tra le scartoffie. Che si muovano, vadano in giro, che i loro capi li sguinzaglino nei cantieri, quei rarissimi cantieri edili aperti da chi ha ancora il fegato di investire in quest'Italia dei divieti, della burocrazia, delle invidie. Che facciano i loro controlli al meglio: tra un po' arriveranno all'inimmaginabile, un ispettore per ogni lavoratore, come sognano i nostalgici dei totalitarismi e gli ideologi del controllo statalista su ciò che si muove nel mondo.
L'Esselunga è un'azienda che conosce bene la burocrazia italiana. Dall'alto dei suoi 88 anni, moltissimi dei quali passati al vertice dell'azienda della grande distribuzione da lui fondata e fatta crescere fino a raggiungere gli attuali 20mila dipendenti e 6,8 miliardi di euro di giro d'affari annuale con oltre 150 punti vendita, Bernardo Caprotti sa perfettamente quanto tempo, quanti soldi, quante energie vanno spesi per aprire un supermercato. Quanti ostacoli da superare, a volte posti dagli uffici pubblici, altre volte piazzati dalla concorrenza, come ha raccontato nel best-seller Falce e carrello.
Per Esselunga, il suo management e i suoi consulenti, l'ultimo sforzo di pazienza quasi sovrumana è stato l'attesa durata otto anni per i permessi necessari a iniziare la costruzione di un nuovo superstore (7.000 metri quadrati) a Novara, in corso Vercelli. I lavori sono cominciati il 19 novembre 2012; il taglio del nastro è previsto entro il 2014. Aprire il cantiere di un supermercato nell'Italia di oggi è una sfida e un gesto di fiducia: si investe, si crea lavoro, si prevede un rilancio dei consumi, si guarda al futuro con la certezza che le cose cambieranno.
Ed ecco, un mese fa, alle 9 del mattino del 26 giugno, si materializza il Grande Fratello del Controllo Supremo. Lo schieramento di forze fa presumere sospetti di ogni nefandezza sul cantiere: quattro funzionari Inail, due dell'Azienda sanitaria locale, altrettanti della Direzione provinciale del Lavoro, altri due dell'Inps, una coppia di carabinieri, un'altra di poliziotti, tre finanzieri e tre guardie forestali. Totale 20 ispettori per passare ai raggi «X» i 30 lavoratori all'opera nel cantiere edile.
Il controllo è durato 8 ore, dalle 9 alle 17, l'intera giornata lavorativa. «Ogni singolo addetto - informa una nota di Esselunga - ha dedicato ai funzionari circa 2 ore; al termine della visita sono stati prodotti 10 verbali per un totale di 75 pagine». E le irregolarità? Lo sfruttamento? Il lavoro in nero? La violazione delle norme sulla sicurezza, sanitarie, assicurative il cui sospetto ha mobilitato 20 funzionari di otto diversi uffici pubblici? «Le osservazioni emerse - fa sapere l'azienda - sono state di un cantiere regolare e in ordine». Un solo problema con qualche cartellino identificativo: alcuni dipendenti l'avevano dimenticato a casa, altre tessere erano prive di talune indicazioni di legge.
La giornata di lavoro di 20 dipendenti pubblici, tra cui 10 membri delle forze dell'ordine sottratti ad altri compiti di pubblica sicurezza forse più urgenti: tutto questo per scoprire minime irregolarità nei badge contestate alle ditte che hanno in appalto la costruzione del superstore. Pare addirittura che alcuni ispettori si siano complimentati per la gestione e la regolarità del cantiere.
I funzionari fanno il loro mestiere: obbediscono agli ordini. I controlli vanno fatti. È il resto che non quadra. Del supermercato a Novara si cominciò a parlare nel 1999; nel 2004 furono chieste le autorizzazioni ambientali, nel 2006 arrivarono quelle commerciali mentre il permesso di costruire viene rilasciato nel luglio 2012.
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