Ad appiccare l'incendio è stato il neo ministro all'Integrazione Cècile Kyenge dicendosi pronta a mettere mano alle leggi che regolano la cittadinanza italiana e a cambiare le politiche migratorie. Adesso, però, le fiamme del dibattito rischiano di bruciare la sinistra che si divide tra chi, come il centrodestra, è favorevole allo ius sanguinis e chi, invece, vorrebbe aprire allo ius soli.
Dopo le barricate alzate dalla Lega Nord, anche il presidente del Senato Pietro Grasso ha sconfessato la Kyenge, che nei giorni scorsi aveva ricevuto applausi sperticati dalla presidente della Camera Laura Boldrini. "Starei attento a parlare di ius soli - ha spiegato la seconda carica dello Stato ai microfoni di Radio Anch’io - perché il rischio è di vedere una gran quantità di donne venire in Italia a partorire solo per dare la cittadinanza ai propri figli". Per Grasso sarebbe, infatti, meglio uno ius soli temperato dallo ius culturae, ovvero "la possibilità di dare la cittadinanza a coloro che hanno imparato, seguito un corso professionale nel nostro paese, oppure che almeno un genitore soggiorni nel nostro paese da almeno cinque anni, che uno dei genitori sia nato nel nostro paese e vi soggiorni quando è nato il figlio". Insomma, una posizione in netto contrasto sia con il ministro all'Integrazione sia con la Boldrini. Di sicuro, all'interno del Pd, Grasso non è in maggioranza a pensarla così. Tuttavia, la sinistra rischia di spaccarsi su un argomento che, invece, vede il centrodestra procedere compatto nel chiedere rigore per regolamentare l'immigrazione. Ad ogni modo, il presidente del Senato ha ribadito il proprio appoggio all’iniziativa annunciata dalla Kyenge nei giorni scorsi. "Ci sono giovani che frequentano le nostre scuole, si sentono italiani, tifano per le nostre squadre, questo è molto bello - ha concluso - perché non dare a questa umanità la possibilità di condividere quello che l’Italia può dare?".
Mentre il Sel di Nichi Vendola ha già presentato alla Camera una proposta di legge alla Camera per "garantire la cittadinanza ai nuovi italiani", il Pdl ha fatto fronte comune con Grasso paventando una nuova, pesante ondata migratoria nel caso in cui il parlamento dovesse approvare lo ius soli. La concessione automatica della cittadinanza in base alla nascita nel nostro Paese non è affatto una strada percorribile. Lo stesso presidente del Consiglio Enrico Letta ha invitato, nei giorni scorsi, a mostrare cautela sul tema.
"Continuare a parlare in modo generico e demagogico dello ius soli può incrementare l’ingresso di clandestini nel nostro Paese nell’aspettativa di politiche di accoglienza indiscriminata", ha commentato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri invitando il governo a "intensificare i controlli, contrastare la clandestinità" e "intervenire in tutte le situazioni che richiedono maggior fermezza e vigilanza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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