Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri e un disegno di legge sul processo civile. Viene istituita la figura del "garante nazionale dei diritti del detenuto" e sono introdotte alcune misure per il reinserimento dei tossicodipendenti detenuti e il rimpatrio degli immigrati. Nessun testo del Governo sulla custodia cautelare: "Abbiamo deciso di rifarci al ddl che è già all’esame della Camera", ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta nella conferenza stampa al termine dei lavori del cdm. Per Letta quella del Governo è la prima risposta che l'esecutivo dà alla recente lettera con cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha richiamato la classe politica ad affrontare la drammatica situazione della popolazione carceraria. Dalle misure adottate, assicura Letta, "non ci sono in nessun modo elementi di pericolosità per i cittadini". E il ministro Cancellieri ha tenuto a precisare: "Non si parli né di indulti né indultini, non c’è nulla di automatico con questo decreto".
Le misure contenute nel decreto hanno l’obiettivo di alleggerire il sovraffollamento, riducendo i flussi in entrata e in uscita dalle carceri, e di migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Secondo il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri "il garante nazionale dei detenuti è uno strumento di grande civiltà giuridica. È uno strumento di tutela che darà voce a chi, nel carcere, non l’aveva". Con l’aumento da 45 a 75 giorni ogni 6 mesi di liberazione anticipata per buona condotta, una delle misure contenute nel decreto legge sulle carceri approvato dal Cdm, "usciranno circa 1700 detenuti". Prevista la "messa alla prova" dei detenuti per condanne fino a 4 anni. L’attuale "tetto" era di 3 anni. Per risolvere l’emergenza carceri uno degli interventi varati dal governo riguarda la possibilità di ricorrere maggiormente all’espulsione dei detenuti stranieri: "Per i detenuti stranieri, che sono il 30% della popolazione detenuta viene reso più efficace il sistema di identificazione e negli ultimi due anni di detenzione possono essere espulsi dal Paese, eliminando così il rischio che usciti dal carcere possano andare nei Cie", ha spiegato il ministro Cancellieri presentando il decreto-carceri in conferenza stampa Dopo il cdm. Ma - ha aggiunto - comunque
l’espulsione può avvenire dopo valutazione magistrato di sorveglianza".
Le nuove norme in materia di giustizia civile hanno come obiettivo quello di dare vita a procedure più snelle necessarie ad abbattere i tempi (troppo) lunghi dei processi. "L’uso del braccialetto elettronico sarà facilitato ma usato solo nei casi di detenzione domiciliare", ha detto il ministro. "Per i piccoli spacciatori di droga - chiarisce il ministro della Giustizia - l’istituzione del reato di spaccio lieve consente il recupero e la cura dei tossicodipendenti. In carcere il tossicodipendente non riceve le stesse cure che pu• ricevere nelle comunità".
"Il ddl sulla giustizia civile - spiega la Cancellieri - tocca passaggi che renderanno più veloci le procedure. In alcune cause semplici che possono essere decise con procedimento sommario, se di facile comprensione e conclusione, il giudice potrà passare a una formula semplificata che consentirà una riduzione del processo da tre anni a un anno".
Penalisti: primo passo nella giusta direzione
Il decreto legge sulle carceri presentato "è un passo concreto, e non il primo, verso il rafforzamento delle misure alternative al carcere, ed è dunque importante per indicare percorsi riabilitativi diversi, e non soltanto per l’effetto di ridurre il numero dei detenuti, dove i risultati non potranno che essere ridotti, il che riporta alla necessità di varare - così come richiesto dal Capo dello stato - un provvedimento di clemenza generale per fronteggiare l’urgenza". È il commento dell’Unione Camere Penali italiane dopo il via libera del Consiglio dei Ministri delle misure per fronteggiare l’emergenza carceri.
Forza Italia: solo misure tampone
"Contro il sovraffollamento delle carceri - afferma la portavoce del gruppo Forza Italia alla Camera, Mara Carfagna - il governo propone il sovraffollamento delle scrivanie dei giudici. Come se queste non fossero già piene di faldoni. E poi, il Garante nazionale dei detenuti, utile solamente a garantire nuove poltrone. Si poteva fare di più e meglio. Come al solito l’esecutivo Letta ha mostrato poco coraggio e molti ’vorrei ma non posso, perché ho paura di fare. Inadeguati. Con i provvedimenti tampone non si risolve il problema, semmai si finisce per aumentare la percezioni di insicurezza dei cittadini".
Il Pd: è un passo avanti
Il testo licenziato dal Cdm è invece un passo avanti importante, secondo il Partito democratico, "verso la considerazione del carcere quale extrema ratio. Ora - afferma Danilo Leva, vicepresidente Pd della Giunta per le autorizzazioni della Camera - è necessario agganciare, in fase di conversione parlamentare, al treno del decreto carceri il vagone della riforma della custodia cautelare.
Ritengo inoltre che, sempre in fase parlamentare, sia possibile anche migliorare l’intervento sulla Fini-Giovanardi, nonché applicare l’area di applicabilità della detenzione domiciliare ordinaria. È necessario - conclude - che i partiti diano risposte concrete, rifuggendo da una ideologizzazione delle politiche giudiziarie e del diritto penale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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