Casarini, il condannato che toglie la casa ai poveri

Alloggio occupato a danno di 2.500 indigenti: la sua candidatura spacca la lista Tsipras

Casarini, il condannato che toglie la casa ai poveri

Dai fumogeni scagliati contro la polizia al Parlamento europeo. Luca Casarini, ribelle, antagonista, casinaro, ex leader del «Movimento delle tute bianche» (poi «Disobbedienti»), uno dei gruppi no-global più agitati degli anni Duemila, si è candidato nella lista Tsipras. Anche se potrebbe raccogliere i voti dei movimenti sociali e della sinistra radicale, il suo nome è andato di traverso a tre dei saggi che vagliano le candidature italiane: lo scrittore Andrea Camilleri (che poi ha deciso di ritirarsi), il direttore di Micro-Mega Paolo Flores D'Arcais e il sociologo Luciano Gallino. Favorevoli lo storico Marco Revelli, l'economista Guido Viale e la giornalista Barbara Spinelli.
Una spaccatura dovuta alle numerose condanne penali collezionate negli anni dal mite Casarini. L'ultima a tre mesi di reclusione per aver occupato la casa di via Beccaria, a Marghera, dove ha abitato per anni prima di mettere su famiglia. Si tratta di un'abitazione dell'Ater. Casarini è stato anche condannato a pagare un risarcimento di 4mila euro all'Ater per i danni che l'istituto avrebbe subito. «La sentenza - commenta Alberto Mazzonetto, presidente dell'Ater di Venezia - lancia un messaggio chiaro e inequivocabile: non è possibile bypassare i 2.500 cittadini che nel comune di Venezia sono in lista per una casa pubblica, tantomeno se si è stati portavoce dei no-global. L'illegalità non paga ed è un segnale per coloro che hanno di recente occupato più di una dozzina di case pubbliche dell'Ater». Secondo Casarini, invece, l'occupazione di quell'abitazione era un dovere perché «illegale è lasciare quelle abitazioni vuote».
Altre condanne sono arrivate per aver bloccato un treno militare che trasportava armamenti durante la Guerra del Golfo, un'altra, a un anno di reclusione, per una protesta nel '98 davanti a un centro di detenzione di migranti a Trieste, infine, una condanna a 11 mesi e mezzo per aver manifestato contro gli Ogm a Genova. «Possiamo fare tutto quello che vogliamo», diceva il Masaniello veneto nel 2001, al G8 di Genova, quando «dichiarò di guerra» ai leader mondiali.


Oggi Casarini si è fatto grande (47 anni), e ha trovato rifugio sotto l'ala greca del leader di Syriza, Alexis Tsipras, pure lui uno dei leader casinari al G8 di Genova.
Il plurindagato gongola, e si è dato ai talk show, cioè a quell'universo mediatico-consumistico da lui sempre aborrito. A parole.

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