Casini tende una mano e propone di rinviare il voto sulla decadenza

Il leader Udc fa da mediatore: «Prima di decidere aspettiamo la sentenza della Cassazione». Ma la sinistra ha già risposto no

Casini tende una mano e propone di rinviare il voto sulla decadenza

Tempi supplementari? La manovra non è pronta, forse non lo sarà nemmeno dopo sta­notte. E se slitta l’esame della legge di Stabilità, anche il voto sulla decadenza del Cavaliere potrebbe essere rimandato. Troppo poco e troppo presto per dire che la partita si riapre. Abbastanza però perché Pier Ferdinando Casini provi a spa­rigliare: «Prima di decidere, aspettiamo almeno che si pro­nunci la Cassazione».

L’ex presidente della Came­ra, da giorni alla ricerca di «per­corsi alternativi», porrà infatti una questione preliminare. «Proporrò che il Senato si pro­nunci con una mera presa d’at­to, non suscettibile di interpre­tazioni pretestuose e strumen­talizzazioni politiche, sulla de­cadenza di Silvio Berlusconi al momento della sentenza defini­tiva della Suprema Corte sulla durata dell’interdizione».Que­sta soluzione, spiega, oltre a «contribuire alla pacificazione del clima, ci metterebbe anche al riparo da possibili ricorsi in sede europea».Tra l’altro si evi­terebbe pure di affrontare il pro­blema della Severino e della sua «applicabilità retroattiva».

Il ragionamento di Casini è semplice semplice. Visto che «non è stata la politica, ma la magistratura ad aver condan­nato Berlusconi », perché allora non aspettare che il quadro sia completo, cioè che i giudici cal­colino la pena accessoria? Det­to in altre parole, perché Palaz­zo Madama deve sostituirsi alle toghe? Il Cav infatti «ha avuto una interdizione temporanea dai pubblici uffici che determi­nerà la sua cancellazione dalle liste elettorali dal Comune di re­sidenza e pertanto la sua auto­matica decadenza». Visto tutto questo, perché «creare una la­cerazione per una questione politicamente e tecnicamente inesistente?».

Quella di Casini è una propo­sta di buon senso, infatti viene subito bocciata. Il Pd voterà contro la pregiudiziale. Bruno Tabacci, Centro democratico, la definisce «istituzionalmente inammissibile e politicamente strumentale». La grillina Paola Taverna «tardiva e inopportu­na ». Ma anche il centrodestra si divide. Sandro Bondi, Mauri­zio Gasparri e Niccolò Ghedini la considerano «uno spiraglio serio che può aprire la riflessio­ne », ma per Stefania Prestigia­cono «Casini vuole soltanto eli­minare Berlusconi senza met­terci la faccia».

E mentre infuria la battaglia sulle procedure, pure lo scon­tro sui tempi si inasprisce via via che l’ora X si avvicina. Sul­l’agenda del Senato la data del 27 è ancora segnata in rosso e Pietro Grasso, durante la riunio­ne dei capigruppo, riconferma la scadenza. Anche qui però le cose non sono così scontate, da­to che sui lavori di Palazzo Ma­dama incombe la Finanziaria, impantana in commissione. Il Pd accelera. Stefano Fassina dà l’accordo per acquisito e il capo­gruppo Luigi Zanda sostiene che «l’unico punto certo e fer­mo è che il voto sulla decaden­za di Silvio Berlusconi ci sarà il 27 , come ha detto il presidente del Senato».

Questione di punti di vista. «Nella conferenza dei capigrup­po - racconta Paolo Romani, presidente dei senatori di For­za Italia - Pietro Grasso ha solo ricordato la delibera del cinque novembre che fissava al 27 la se­duta sulla decadenza. Il voto ar­riverà comunque dopo quello sulla legge di Stabilità». Questo l’accordo tra i partiti e questa la volontà del governo. Letta por­rà la fiducia sul testo finale per­ché vuole che Fi rompa e passi all’opposizione sulla manovra e sui conti e non sul caso-B.

Dunque, prima la Finanzia­ria, poi la decadenza, nonostan­te le proteste di Dario Stefàno, presidente della giunta per le immunità del Senato: «È uno dei pochissimi atti che si posso­no votare durante la sessione di bilancio. Il Paese ci guarda e non tollererebbe un rinvio, ci vedrebbe un accordo incom­prensibile ».

Ma la capigruppo si riunirà solo stamani alle no­ve, la ricalendarizzazione di­venta probabile. «Un altro ten­tativo di spostare la decaden­za » commenta Loredana De Pe­dris, Sel, quasi rassegnata.

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