"Più il mio impegno è rivolto al bene del nostro Paese, più incessante e odioso prosegue l’accanimento giudiziario nei miei confronti". Silvio Berlusconi non si lascia intimorire. È bastato l'accordo con il segretario del Pd Matteo Renzi per far tornare i pm all'attacco: ieri hanno fatto scattare la trappola del Ruby Ter e hanno accusato il Cavaliere di corruzione in atti giudiziari. Un assalto che non solo mira a colpire il leader del centrodestra che, stando agli ultimi sondaggi, è saldamente in testa con il 36,8% delle preferenze, ma anche a far saltare l'accordo sulla riforma elettorale. Anche oggi, e "ancora una volta", Berlusconi ci ha tenuto a ribadire che, nonostante le inchieste a orologeria, "non verrà meno il contributo" che intende "offrire per dare all’Italia delle istituzioni che consentano finalmente una vera governabilità".
La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito del Ruby Ter è arrivata proprio mentre Berlusconi si sta godendo il buen retiro di Riva del Garda. È, infatti, ripartita la crociata delle toghe per eliminarlo dalla scena politica. Non che il Cavaliere e i suoi legali - anche loro coinvolti dall’inchiesta - non si attendessero un tal esito, dopo l’accusa di aver corrotto i testimoni ne filone principale del processo Ruby. Ma certo, una notizia del genere, che arriva proprio a ridosso dell'accordo col segretario piddì sulla riforma della legge elettorale suona come l’ennesima conferma che la persecuzione giudiziaria di cui Berlusconi è vittima non avrà mai fine finché una certa magistratura politicizzata e con loro la sinistra non avranno raggiunto l’obiettivo di vederlo definitivamente fuori dai giochi politici. Secondo il leader di Forza Italia, non è una semplice coincidenza che le toghe si siano fatte risentire a poche ore dal suo faccia a faccia con Renzi. "Finalmente ho trovato nel Pd qualcuno con cui si può
parlare e ragionare: è stato fatto un primo piccolo passo verso la riforma globale del nostro assetto. Speriamo che queste riforme possano continuare", ha spiegato il Cavaliere. Insomma, il quadro è chiaro e semplice: vogliono colpire Berlusconi per bloccare il Paese e mantenere lo status quo bloccando le riforme. "Ma - è subito tornato a garantire - non l’avranno vinta nemmeno questa volta, io di torno proprio non mi tolgo, non mi faccio da parte".
Nonostante l'ennesimo assalto giudiziario, l'ex presidente del Consiglio è convinto che un giorno sarà "pienamente riconosciuta" la sua innocenza. "Grazie a quei giudici coscienziosi e privi di animosità politica che spero sempre di trovare - ha continuato - gli italiani potranno comprendere appieno la vera e propria barbarie giudiziaria in cui l’Italia è precipitata".
"Una degenerazione dei principali capisaldi del diritto - ha, infine, concluso - che ha riservato a me e alle persone che mi stimano e mi vogliono bene un’umiliazione e, soprattutto, un dolore difficilmente immaginabili da parte di chi non vive l’incubo di accuse tanto ingiuste quanto infondate".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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