Alla fine il temuto blitz romano del Cavaliere non c'è stato. La giornata Silvio Berlusconi la passa ad Arcore, la mattina insieme alla compagna Francesca Pascale e il pomeriggio preso da alcune riunioni, tra cui un lungo faccia a faccia con Niccolò Ghedini sui diversi dossier giudiziari ancora sul tavolo. Proprio ieri, peraltro, la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per l'ex premier indagato con l'improbabile accusa di voto di scambio per la lettera recapitata a milioni di italiani lo scorso febbraio nella quale prometteva il rimborso dell'Imu 2012 in caso di vittoria alle elezioni. Nessuna toccata e fuga a Roma, dunque, e nessuna controprogrammazione alla conferenza stampa di fine anno di Enrico Letta. Il leader di Forza Italia, insomma, preferisce restare defilato, continuare a occuparsi del restyling di una Forza Italia le cui teste di ponte sono sempre più i Club Forza Silvio e l'Esercito di Silvio. Due contenitori su cui è più facile imprimere quel rinnovamento che Berlusconi teorizza ormai da tempo e che sul partito si scontra con i veti e i controveti dell'attuale dirigenza nonché con le sempre più accese faide interne. La tensione, infatti, ha ormai raggiunto livelli mai visti, con senatori che fino a ieri erano vicinissimi al Cavaliere che negli sfoghi privati arrivano a ipotizzare di passare nel gruppo misto o con la segreteria di piazza San Lorenzo in Lucina che declina educatamente i pacchi dono natalizi indirizzati a qualche deputato non troppo ben visto. Una situazione che potrebbe degenerare a momenti, tanto che molti nel partito iniziano a pensare sia necessario trovare un punto di equilibrio al più presto. Anche sulle nomine, così da presentarsi a Berlusconi «con delle soluzioni invece che con dei problemi». Non è escluso, insomma, che i big di Forza Italia possano sedersi a un tavolo nei prossimi giorni per poi proporre al Cavaliere un quadro di nomi sostanzialmente condivisi prima dell'Epifania, così da chiudere almeno la partita dei coordinatori regionali (resterebbe invece aperta quella dell'Ufficio di presidenza). Sullo sfondo la conferenza stampa di Letta. Con Berlusconi piuttosto scettico sulla linea scelta dal presidente del Consiglio, molto concentrato sul futuro e poco sul passato. Solo promesse, secondo l'ex premier, che non avrebbe gradito di essere usato come «pretesto» per giustificare l'immobilismo di questi otto mesi. Insomma, elogiare la svolta generazionale - è il senso del ragionamento di Berlusconi - eppoi dare il pessimo spettacolo che si è visto sulla legge di Stabilità non ha granché senso. E sulla celebrazione fatta da Letta della «leadership ormai in mano ai quarantenni» il leader di Forza Italia si sarebbe lasciato scappare una battuta piuttosto polemica su Giorgio Napolitano: non lo facevo così giovane. Non è un caso, dunque, che Deborah Bergamini - responsabile comunicazione di Forza Italia - bolli la conferenza stampa di Letta come «l'apoteosi del tempo futuro». Punta invece il dito sul pretesto-Berlusconi Mariastella Gelmini. «Far credere agli italiani che un anno di governo è trascorso nell'inconcludenza più assoluta a causa delle turbolenze della vicenda giudiziaria di Berlusconi - dice il vicecapogruppo vicario di Forza Italia alla Camera - non è atto credibile da parte di Letta.
Ironizza sulla svolta generazionale Mara Carfagna (è solo «un paravento dialettico dietro il quale nascondere gli scarsi risultati ottenuti da questo esecutivo»), mentre secondo Daniela Santanché la conferenza di fine anno «risente del clima, dell'inerzia e dell'incapacità di questo governo a produrre fatti concreti per gli italiani».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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