E i veri delinquenti intanto restano liberi

Viaggio in un sistema impazzito: truffatori, ladri e scippatori dormono tranquilli: grazie alla condizionale non entrano in carcere

E i veri delinquenti intanto restano liberi

Il truffatore che su internet ha venduto la luna e ha spillato un bel gruzzolo al credu­lone di turno. Il dipendente infedele che ha scavato un buco nella contabilità azienda­le e ha messo da parte un tesoretto. Il giova­ne che spinge e minaccia l’agente che si era insospettito e voleva controllarlo. È lungo l’elenco dei candidati alla condizionale che arrivano nelle aule dei tribunali e otten­gono la sospensione della pena. Natural­mente, il ragionamento che si può fare è del tutto teorico e non può essere generalizza­to. Tanti, tantissimi sono i fattori che contri­buiscono a disegnare una pena. E però più di una volta il ladro riesce a «farla franca». Più di una volta anche lo scippatore esce senza ammaccature dal processo. Il gioco delle attenuanti e delle aggravanti, la scelta del rito, la biografia dell’imputato: tutto concorre al calcolo finale e alla determina­zione della pena che può essere al di sopra o al di sotto della fatidica asticella collocata a quota 24 mesi. Di qua, ma solo per una vol­ta, scatta la famosa condizionale;di là l’ese­cuzione della pena, secondo le modalità stabilite dalla legge. Carcere, detenzione domiciliare, affidamento in prova ai servizi sociali, di fatto automatico quando la pena non supera i 3 anni.

TRUFFA

Se si parla con qualche magistrato, si scopre che è il classico reato punito con una pena lieve.Un anno.Quindici mesi.Di­ciotto mesi. Puoi aver promesso sulla carta una casa che non c’era.Puoi aver offerto su internet, previo pagamento anticipato, qualunque cosa, dal corso di uno sport an­cora poco praticato al cane di una razza che non esiste. L’illusionista che ha abbagliato il cliente sa che, se malauguratamente do­vesse essere scoperto, i danni saranno limi­tati. Con una buona probabilità di ascolta­re una sentenza poco più che simbolica. Spesso, poi, i procedimenti per truffa sem­plice si fermano prima del verdetto, alla de­nuncia o poco più avanti e, se camminano, vengono infine ghigliottinati dalla prescri­zione. Anche Wanna Marchi. Aveva colle­zionato accuse qua e là per l’Italia, ma ave­va continuato ad ingannare gli italiani dal cielo delle tv. Poi, dopo lo scoop di Striscia la notizia, a Milano le puntarono contro i cannoni di un reato gravissimo: l’associa­zione a delinquere finalizzata alla truffa. E tutto cambiò.

APPROPRIAZIONE INDEBITA

Sei più bra­vo di una talpa e apri una galleria nella con­tabilità dell’azienda? Ancora una volta il co­dice consente di stare bassi e in linea gene­rale i magistrati non picchiano duro. La pe­na sta ampiamente sotto i due anni e la con­dizionale si apre come un paracadute. Re­sta inteso che il dispositivo funziona solo una volta, due in casi eccezionali, poi an­che se la condanna è modesta, chi ha sba­gliato pagherà.

FURTOE SCIPPO

In linea generale chi ruba non viene scoperto e dunque il problema non si pone. Ma anche chi viene pescato mentre affonda le mani negli scaffali di un supermercato, ha discrete chance di uscir­ne a costo zero. Non va allo stesso modo per lo scippatore. Lo scippo è un furto aggrava­to e la pena minima è fissata dal legislatore a tre anni. Ben oltre il tetto. Ma c’è un ma che può far scendere la pena: la concessio­ne delle attenuanti generiche. Le generi­che possono essere date per tante ragioni: perché chi ha afferrato la borsetta della vec­chi­etta ha solo 19 anni e non gli si vuole rovi­nare la vita; o perché ha risarcito almeno in parte i soldi portati via. O per altro motivo. L’attenuante bilancia l’aggravante:lo scip­po torna ad essere considerato come un fur­to. Da tre anni si scende a due, se non di me­no, con la condizionale di nuovo a portata di mano. Ma non è finita: se si sceglie l’ab­breviato si ha diritto allo sconto di un terzo. Dunque, la pena si blocca a 1 anno e 4 mesi. E di fatto la condanna diventa virtuale.

RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE

An­che in questo caso il giudice ha,

in linea ge­nerale, la mano leggera. Spesso però si trat­ta di un reato satellite: chi attacca gli agenti lo fa perché ha altro da nascondere. E la pe­na sale e scende vertiginosamente come l’ascensore di un grattacielo.

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