Roma - È bastato notare le vele da lontano per capire che sottocoperta erano nascosti 48 immigrati. Ieri gli uomini del reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza hanno intercettato in acque internazionali, a sud di Capo Spartivento, in Calabria, un bialbero lungo 13 metri, guidato da tre russi che trasportava quarantuno uomini, tre donne e quattro bambini, di nazionalità afghana, pachistana e siriana. È solo l'ultimo «trasporto clandestini» intercettato, l'ennesimo della marea umana che si abbatte sulle nostre coste e sulle nostre isole, favorito dagli effetti del dispositivo interforze Mare Nostrum che garantisce salvezza e trasporto in Italia a chi tenta la traversata.
Sempre ieri 268 migranti siriani ed eritrei, tra i quali una donna incinta, che navigavano a bordo di un barcone fatiscente, sono stati tratti in salvo al largo di Lampedusa da due motovedette della guardia costiera e della marina militare che li hanno condotti a Porto Empedocle.
Il flusso migratorio nel Mediterraneo è ripreso a ritmo incessante, come previsto dall'inchiesta del Giornale in Libia, e solo nelle ultime 48 ore sono stati individuati 14 barconi e soccorsi 2.128 immigrati nel canale di Sicilia provenienti dalle coste africane. Ai 596 migranti salvati dalla fregata Grecale e dalla corvetta Sfinge il 17 marzo, e in arrivo ieri nel porto di Augusta, si aggiungono i 400 intercettati dalla nave anfibia San Giusto, dalla fregata Euro e dal pattugliatore Cigala Fulgosi della Marina Militare in collaborazione con le motovedette della Capitaneria di Porto 302 e 315. Tra di essi c'era un cadavere e una persona con insufficienza respiratoria causata dall'aver inalato vapori di idrocarburi.
Dal 18 ottobre ad oggi, in solo 5 mesi, l'operazione Mare Nostrum ha salvato 13.500 immigrati. Un vero e proprio record se non fosse per il fatto che da una parte diminuisce vertiginosamente il numero dei morti, dall'altro la consapevolezza di venir salvati, una volta avvistate le coste italiane, spinge una moltitudine di immigrati a tentare la traversata in mare. Lo aveva predetto mesi fa un'inchiesta del Giornale in Libia, ed è accaduto. Ma Renzi vede solo il bicchiere mezzo pieno: «Dobbiamo evitare di pensare che chiudendoci saremo più sicuri - ha detto intervenendo alla Camera -. Dobbiamo essere in grado di pattugliare, presidiare, a partire dai Paesi d'origine, ma al tempo stesso affermare che il Mediterraneo è luogo privilegiato della politica europea. Colgo l'occasione per ringraziare i militari impegnati nell'operazione Mare Nostrum». Che succederà, però, quando crescerà a dismisura il numero dei richiedenti asilo considerando tra l'altro che su 11 centri di identificazione ed espulsione sei sono chiusi per lavori di ristrutturazione? Le cifre, del resto, non lasciano nulla all'immaginazione: dall'inizio dell'anno gli arrivi hanno superato quota 8.500 e il Viminale fa sapere il dato è di oltre dieci volte maggiore a quello registrato nello stesso periodo del 2013.
Complessivamente lo scorso anno gli sbarchi sono stati 42.925. Un numero che sarà superato se continueranno con questi ritmi e non a caso il ministero dell'Interno ha inviato un'informativa a tutti i prefetti affinché attivino, nei territori di competenza, altre strutture per l'accoglienza temporanea. Perfino chi vuol vedere il lato positivo della missione non può fare a meno di segnalare le criticità. Il capo di Stato maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli, ha fatto notare che Mare Nostrum ha «contribuito in maniera determinante a limitare il traffico di esseri umani» ma il finanziamento straordinario è esaurito e ora si opera attraverso il bilancio della Marina.
Bisognerà scegliere a questo punto se tornare a tollerare stragi in mare, moltiplicate a causa dell'aumento del «traffico» di immigrati, o rifinanziare per ridurre i morti, consapevoli che con la bella stagione gli arrivi si moltiplicheranno, i centri d'accoglienza rischieranno di esplodere e sarà di nuovo emergenza sulle nostre coste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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