Ricetta anticrisi di Confindustria: anticipare le pensioni

Le proposte delle imprese al tavolo della produttività: più controlli sugli assenteisti e part time per gli anziani

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi

RomaOrari più flessibili, meno permessi, part time per gli anziani. Ma anche la possibilità di demansionare un dipendente e un alleggerimento del divieto di controllare i lavoratori «a distanza», caposaldo dello Statuto dei lavoratori. Ed infine misure per facilitare l'ingresso dei giovani nelle aziende. E tra queste, anche un cenno all'«anticipazione dei trattamenti pensionistici». Di fatto, un'altra proposta di alleggerire la riforma delle pensioni che non piacerà per niente al ministro del Lavoro Elsa Fornero. E che sorprende, visto che arriva dalle organizzazioni delle imprese, in teoria sostenitrici della stretta sulla previdenza.

Il confronto tra sindacati e aziende sulla produttività entra nel vivo. Oggi i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil incontreranno le associazioni dei datori. E ieri sono emersi i dettagli della proposta che Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia e Alleanza delle cooperative porteranno al tavolo per la produttività.

Nel documento, anticipato dall'agenzia TMNews si chiede un aumento degli orari di lavoro effettivi. Sforzo che si potrà realizzare attraverso i contratti di lavoro, nazionali e aziendali. Ma anche con un intervento della legge. Le imprese vogliono che le parti sociali chiedano a «governo e Parlamento di intervenire semplificando la normativa», ad esempio sulla «modulazione multi-periodale degli orari». In sintesi, non bisogna ostacolare un'organizzazione del lavoro che cerchi di superare il classico schema delle ore settimanali, favorendo quella programmata su periodi più lunghi, da quattro mesi fino ad un anno. Poi si può «intervenire sulla disciplina di alcuni istituti, come quello relativo ai permessi a vario titolo concessi». Formula vaga che, osservavano ieri fonti sindacali, potrebbe significare anche meno permessi per i rappresentanti dei lavoratori. Ma nel mirino delle aziende ci sono anche altri permessi, ad esempio quelli per i parenti di portatori di handicap. In sostanza le imprese vogliono fare ai dipendenti privati quello che il governo ha già deciso con la stretta sulla legge 104, che dimezza lo stipendio nei giorni di permesso per i lavoratori pubblici. Poi le aziende chiedono di adottare «forme più stringenti di controllo, per evitare ogni possibile abuso».

Altra proposta forte quella sull'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori che vieta «l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza» dei lavoratori» con l'obiettivo di incrementare la produttività attraverso l'uso di nuove tecnologie. Il ragionamento alla base di questa proposta è che nel 1970, quando fu introdotto il divieto, l'unica apparecchiatura a disposizione erano le telecamere. Ora, con il computer, è difficile capire cosa sia controllo e cosa no. E su questa ambiguità, si basano molte cause di lavoro.

Confermata la richiesta di rafforzare la contrattazione di secondo livello. I vecchi contratti nazionali devono «garantire i trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori, ovunque impiegati nel territorio nazionale», mentre la crescita ulteriore degli stipendi deve essere decisa in azienda o comunque nella contrattazione di secondo livello. E fino a qui niente di nuovo. Ma le aziende vogliono anche «il superamento degli automatismi contrattuali». E su questo hanno già incassato il no dei sindacati.

Oggi si terrà un nuovo incontro che potrebbe essere quello decisivo per il documento. I tempi sono strettissimi. Il premier Mario Monti ha chiesto ufficiosamente alle parti sociali di concludere prima del vertice europeo del 18 ottobre, perché vuole presentarsi ai partner europei con le novità della legge di stabilità, ma anche con l'accordo sulla produttività.

Tra le proposte delle aziende c'è quella del part-time per i dipendenti anziani, per favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Si chiede di «individuare soluzioni utili ad accompagnare l'applicazione della riforma pensionistica conciliando le esigenze delle imprese e quelle dei lavoratori più anziani». In concreto, delle leggi che facilitino il ricambio incentivando il part-time, ma anche «l'anticipazione dei trattamenti pensionistici».

Se il testo verrà confermato è un altro colpo alla riforma delle pensioni dopo il disegno di legge bipartisan sugli esodati presentato da Cesare Damiano. Di fatto, una richiesta di ammorbidire i requisiti della pensione. Che è esattamente il contrario di quel buon biglietto da visita da spendere in Europa, che Monti sta cercando.

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