«Chi lo dice sa di esserlo». Da quanto tempo non si sentiva quella frase, tanto più in tv? Echi di dispetti, di battibecchi da oratorio. L'ha estratta l'altra sera dalle caverne della memoria il Cavaliere rispondendo d'istinto agli sfottò della curva santoriana. Son tutti coglioni quelli che mi hanno votato? «Sì», ha rimbalzato la platea. «Chi lo dice sa di esserlo». Un capolavoro, un gioiello da Ragazzi della Via Paal. Una gemma rivelatrice.
Lui, un monello di 76 anni. Non uno statista, un premier, un leader navigato: parti in commedia che gli riescono, ma meno bene. Quella del monello è la vera indole. Siamo sempre un po' bambini, anche in televisione come in cortile ne combiniamo di tutti i colori, per fregare quell'altro che vuole saperla più lunga, che si pavoneggia con le tipe, che vuol darci lezioni di stile. Adesso ti faccio vedere io come gira il fumo. La televisione è questo grande cortile, dove alla fine la spunta lui. Fate i vostri trucchi, io ne so di più. Il teatro, la metrica, lo scenario sono questi. Ma non ci sono teoria, ideologia, studio. Puro istinto, marciapiede metabolizzato. La simpatica canaglia, il guitto, lo showman sono altre varianti in commedia. Perfetta la rappresentazione che ne fa GliSgommati su Sky. Ma quella più calzante è il monello di 76 anni. «Non ho mai telefonato alle centraliniste di Mediaset per non innescare polemiche sul conflitto d'interessi... Non ho nemmeno il cellulare...». Lo dice così, sfrontato, quasi credendoci. La battuta più bella della serata, secondo Santoro. Qualche giorno fa ha affermato convinto di non aver mai sostenuto che Ruby era la nipote di Mubarak. Che dire, siamo disarmati. Sì, magari l'aveva detto, ma era per intendere che... Le bugie; i monelli dicono le bugie. Ne inventano una più del diavolo. Spolverano la sedia dove ha appena poggiato le terga il più inflessibile dei suoi nemici. La maieutica del cortile è vincente.
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