È bastato un dito medio mostrato alla folla per far cadere un mito. Trattasi di Piero Fassino, ex ministro e oggi sindaco della regal Torino incoronata di vittoria (Carducci Giosuè). Nel giorno della memoria torinista, addì quattro (...)
(...) di maggio, sessantacinque anni dopo la tragedia di Superga, la basilica contro la quale andò a concludersi il volo dell'aeroplano che trasportava il Grande Torino, in questo giorno di rispetto e di silenzio una turba di tifosi granata ha preso a male parole il primo cittadino, colpevole non di agire contro il popolo degli elettori piddì, di tradire il mandato, di portare a scatafascio la città. No, la colpa è di essere «gobbo», tifoso della Juventus così definita perché un tempo le magliette dei suoi calciatori si gonfiavano al vento ribadendo la sorte felice che accompagnava la squadra.
Fassino Piero è effettivamente tifoso sin da bambino della squadra dei nemici padroni, Agnelli & C. Ha perso la testa per Michel Platini, ha goduto come un matto negli ultimi tre anni per gli scudetti bianconeri ma domenica si è fatto trascinare dal tifo e dal sangue caldo, cosa rara per lui. Mentre assisteva tra i ruderi del Filadelfia, al consueto sermone in ricordo dei ragazzi del Toro e ai progetti di un nuovo stadio, in quel sito storico (roba che si ripete da mezzo secolo), un gruppetto di ultrà granata, misto ad alcuni pensionati del borgo Santa Rita, ha preso a strillare frasi non proprio gentili, da «gobbo di merda» a «figlio di puttana», non roba isolata ma ripetuta, con aggiunta di minacce.
Piero Fassino ha reagito, prima ascoltando in silenzio, quindi scuotendo il capo, poi, esasperato, muovendo la mano nell'aria, sembrava un saluto di scherno ma il dito medio è rimasto solo a indicare una via abbastanza chiara. Ovviamente il momento è stato immortalato con fotografia e filmato, hanno provveduto alla bisogna un paio di consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Vittorio Bertola e Chiara Appendino. L'incidente non avrebbe avuto conseguenze se Fassino avesse ammesso il gesto, chiedendo scusa ma il sindaco si è rifugiato in una bugia infantile, ha messo in circuito addirittura un comunicato nel quale smentiva di avere offeso i contestatori. Ma la prova tv non esiste soltanto nel football, il fuori onda inchioda il sindaco, e così su YouTube è stato messo in circuito il filmato che mostra il gesto veloce e furbastro.
Ora i due consiglieri si dicono «indignati», aggettivo di gran moda ma riservato in esclusiva agli avversari, e aggiungono che Fassino non soltanto non può essere adatto a ricoprire la carica di capo dello Stato, secondo la malaugurata previsione dell'Ingegnere De Benedetti Carlo, ma è «l'emblema di un sindaco incapace di gestire il dissenso e incapace di dialogare con una città».
Ora resterebbe da chiarire se «gobbo di merda» e «figlio di puttana» rientrino nel dizionario del dissenso e nel dialogo con la città, ma questo è un dettaglio di glossa e di educazione per chi spesso e volentieri usa lo stesso linguaggio ed è diventato popolare.
Sta di fatto che una corrente di pensiero ritiene che Piero Fassino sia definitivamente tagliato fuori dalla corsa al Quirinale. Se Giovanni Leone si ribellò ai contestatori facendo le corna, il dito medio del sindaco torinese ma non torinista, non è un'offesa da lavare nel Po; semmai è sciocco il tentativo di smentita, un'ingenuità che un politico di razza e di piazza non dovrebbe permettersi.
Di certo finire in rete per colpa del Toro, nel giorno dello scudetto della Juventus, sembra uno scherzo del destino, Piero Fassino ha superato intercettazioni telefoniche e crisi di partito, ha sbagliato cavalli, si è lasciato superare da ronzini, adesso è un uomo solo al comando. E pensare che domenica credeva di toccare il cielo con un dito. Non il medio.
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