I tanto contestati finanziamenti ai partiti escono dalla porta e rientrano dalla finestra. Già perché in un emendamento spunta un nuovo sistema con rimborsi legati a un progetto specifico.
La normativa sul finanziamento è già allo studio del Parlamento, ma è stata rinviata perché bloccherebbe anche le donazioni spontanee ai singoli candidati e creerebbe di fatto un elenco di elettori. A far discutere, sia a destra che a sinistra, è in particolare la norma che permette il finanziamento attraverso il 2 per mille che toglie entrate allo Stato.
E quindi? Come rivela a Repubblica la "renziana" Maria Elena Boschi, stanno lavorando a un meccanismo piuttosto originale chiamato rimborso a progetto. "In pratica, si consentirebbe ai partiti di ottenere delle somme per la realizzazione di progetti specifici", spiega la giovane deputata, "Noi non ci stiamo. Vuol dire rimettere in discussione l’intera legge, che già di suo sembra arrancare, comunque rischia di tradirne lo spirito. Diciamo la verità: comporterebbe il passaggio dal finanziamento diretto a quello indiretto dei partiti".
Un'ipotesi che rischia quindi di creare una spaccatura all'interno del partito. "Andiamoci piano, c’è una riflessione in atto. Il meccanismo del finanziamento a progetto esiste nel mondo anglosassone, in Gran Bretagna consente di finanziare progetti di formazione, per esempio, o altre iniziative, e funziona", sostiene Antonio Misiani (Pd).
E Mariastella Gelmini conferma "Sì, loro ci hanno fatto questa proposta, ma in via ufficiosa, non ancora ufficiale. Il Pdl è per il superamento del 2 per mille, ma sul finanziamento a progetto ci riserviamo di valutare. L’importante è che non si traduca in un passo indietro e su questo non ci stiamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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