Alla fine la spuntano gli ex An: primarie Pdl il 16 dicembre

Ok alle consultazioni prima della fine dell'anno, come chiesto da La Russa e Gasparri. Alfano vede il Cav: "Condivide anche la data". Ma nel partito aumentano gli scontenti

Il segretario del Pdl Angelino Alfano
Il segretario del Pdl Angelino Alfano

Roma - Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente. Il grande timoniere Mao Tze Dong non conosceva il Pdl, altrimenti avrebbe previsto eccezioni. In ogni caso, si sarebbe guardato dall'infilare il partito del popolo nel suk delle primarie. Ma ormai è fatta, e al termine di una giornata febbrile «la macchina è partita», gioisce Beatrice Lorenzin. Speriamo che torni (la macchina del partito, non la Lorenzin, che cura, con qualche incertezza, la parte organizzativa).
Voto il 16 dicembre, come previsto e caldeggiato dai capigruppo più La Russa. Due euro per partecipare, urne aperte anche ai sedicenni, a patto che si iscrivano. La somma - due euro per il voto, dieci per l'iscrizione - fa però il totale di 12: troppi. Così l'ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, apre le ostilità: «Paradossale chiedere più soldi ai ragazzi che neanche lavorano, se non si chiede l'iscrizione a nessuno, non dovremmo farlo neppure con loro. Alfano risolva questo curioso problema nel regolamento». Di curiosità, però, è lastricata la strada del purgatorio pidiellino.

CANDIDATI PRECOCI

«Alfano è avvantaggiato dai tempi stretti, non sono soddisfatta. Come facciamo noi candidati alternativi a farci campagna elettorale in dieci giorni? È chiaro che il segretario non ha la mia stessa visibilità. Le regole sono state scritte male, avremo dei problemi, non è una competizione». Michaela Biancofiore è la prima a lamentare pecche. Sottolinea come Berlusconi fosse «contrario fin dal primo momento, poi ha ceduto alla nomenklatura. Anche io sono contraria, ma mi candido perché almeno una voce berlusconiana ci dev'essere». In verità il segretario Alfano, giungendo da Palazzo Grazioli alla riunione indetta nel pomeriggio in via dell'Umiltà, giustifica il ritardo con l'ultimo ok ricevuto da Berlusconi: «Lui condivide, anche la data». Mettendo così un punto a suo vantaggio. Non vedeva l'ora, invece il formattatore Alessandro Cattaneo, che si definisce «a oggi il primo e unico vero candidato alle primarie del Pdl». Con precocità degna di miglior causa consegna ancor prima della riunione 12mila firme. Il termine ultimo è domenica prossima, e non per tutti sarà una passeggiata: Daniela Santanchè si appella alle donne («Diamoci una mano tra noi. O preferite Alfano?»), Giampiero Samorì dice di averne pronte 48mila, Crosetto annuncia invece di custodirne 15-20mila nel cassetto, ma di essere atteso nel tardo pomeriggio da Berlusconi («Non so che cosa voglia dirmi»). La new entry Alessandro Proto, ieri indagato, non intende rinunciare: «Giustizia a orologeria, non mi intidiscono». Vorrebbe candidarsi il consigliere comunale di Massa Carrara, Stefano Benedetti, già organizzatore delle ronde «SSS» (Soccorso Sociale Sicurezza), nome di dubbio gusto. Non Si Sa Se Se la cava.

CANDIDATI CONTRO

Va bene essere sportivi, ma nessuno si attendeva un agonismo da finalissima di Champions. Alfano come la Juve, squadra da battere e (sospettano) favorita dagli arbitri. Ma i contendenti non risparmiano proiettili. Crosetto a Samorì: «Non si offenda, ma lei spunta dal nulla come un fungo. Un candidato naif». Corsaro all'ex camerata Meloni: «Con Giorgia condivido percorsi politici, riferimenti ideali... Ma non avevamo bisogno della sua candidatura: ci isola e rende comprimari». La Mussolini, ritirandosi, aveva già detto la sua: «Uno squalliduccio congresso di partito». Chiede un congresso vero Albertini, perché «così non ha significato». Bondi è lapidario: «A farle così si squalifica tutto il partito». È in linea di collisione con La Russa e si vede: «Non sono d'accordo con Cicchitto ormai da tempo, in verità le scelte più importanti vengono decise da La Russa e dalla corrente trasversale, di cui fanno parte i capigruppo che impongono le proprie decisioni a un partito diviso e smarrito». Per Tortoli è una «gara di body building tra ex An». «Sfrondiamo le candidature dagli esibizionisti», propone Cicchitto.

«Ma chi sono questi candidati arroganti e improbabili?», taglia corto Isabella Bertolini, a capo della fronda ormai esterna al Pdl che vede in Monti la stella polare. Premio per la migliore attrice non protagonista a Nunzia De Girolamo: «Candidarmi? Ci manco solo io: sembra già una terapia di gruppo». Avanti, sul lettino ultimi posti.

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