«Finora ci hanno guadagnato solo i tedeschi»

Professor Alberto Bagnai, docente di Politica economica all'Università di Pescara, condivide il principio: l'euro va salvato in vista di un'unione fiscale, bancaria e politica?
«Allora perché non si è fatta subito? Perché doveva guadagnarci la Germania. Oggi anche Romano Prodi e Jacques Attali, un tempo entusiasti, riconoscono che i soli ad avvantaggiarsi sono stati i tedeschi. Logico che non vogliano socializzare le perdite dopo aver privatizzato i profitti».
La Germania si sta finanziando all'1% mentre noi anneghiamo nello spread.
«Ci sono tre ulteriori osservazioni da fare. In primo luogo, come ho sostenuto nel mio blog “goofynomics”, l'integrazione europea è destinata al fallimento perché il Nord non vuole disperdere al Sud quello che ha guadagnato. Noi avremmo dovuto saperlo dopo 150 anni di unità che non hanno risolto i nostri squilibri. La Gran Bretagna, che ha un Nord povero, ha evitato la trappola».
E poi?
«Quest'Europa si fonda sul “tutti contro tutti”. L'Irlanda è in crisi perché ha attirato imprese estere abbassando le tasse, imprese che hanno portato i loro utili fuori dal Paese generando uno squilibrio. La Germania, che ha diminuito i salari reali del 6% con le riforme del lavoro, ha messo in crisi gli altri paesi che non erano competitivi. Ma c'è un dato politico».
Quale?
«La sinistra italiana è catturata dalle proprie menzogne, non è in grado di uscire dall'impasse dell'euro e lo difende nonostante danneggi il proprio elettorato».
Serve più rigore di bilancio oppure bisogna spingere sulla crescita?
«I governi in periodi di crisi tendono a fare le cose che i mercati pensano siano giuste e così, sotto la mannaia dello spread, iniziano una politica di tagli che comunque implicano recessione. Ora anche Alesina e Giavazzi sul Corriere chiedono a Monti misure per la crescita...».
Ma il debito pubblico è veramente il primo problema?
«Irlanda e Spagna non avevano grandi problemi di debito pubblico e sono andati in crisi perché è esploso il debito privato accumulato con il credito facile concesso dalle banche del Nord. Il governo Berlusconi ha ridotto il debito pubblico, ma quello delle famiglie è cresciuto...».
Con l'uscita dall'euro più vantaggi per l'export o più inflazione per tutti?
«Gli aggiustamenti di cambio sono del 20-30%, anche l'euro dopo un anno dalla nascita si svalutò del 30% circa e nessuno se ne accorse. La svalutazione rende meno appetibili le importazioni, è un incentivo a produrre in casa ciò che prima si acquistava fuori».


Quindi il tour europeo di Monti è un accanimento terapeutico?
«La Finlandia fa la voce grossa perché ha grandi problemi industriali (Nokia è in crisi, ndr). E poi i paesi del Nord non possono accettare di cooperare con quelli del Sud perché le classi dirigenti hanno raccontato ai loro elettori che il problema erano i Pigs».

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