Matteo Renzi non ha ancora formato il nuovo governo che già la ghigliottina di Fitch si abbatte su di lui. Per l'agenzia di rating le dimissioni di Enrico Letta dalla presidenza del Consiglio e l’affidamento dell’incarico al sindaco di Firenze sottolineano, infatti, "la volatilità della politica italiana". "L’incertezza sulla durata dei governi e sulla loro capacità di attuare le riforme strutturali e il consolidamento fiscale" sono le ragioni che hanno spinto gli analisti di Fitch a confermare l'outlook negativo sul rating "BBB+" per il Belpaese.
Venerdì scorso, nelle convulse ore del cambio di governo, erano arrivate buone notizie da Moody's che, pur lasciando invariato il rating dell'Italia a "Baa2", aveva migliorato il giudizio sulle prospettive economiche del nostro Paese portando l'outlook da negativo a stabile. Una buona notizia che da molti analisti era stata letta come una svolta. Che andava a fare il paio coi dati sul pil tornato a crescere negli ultimi mesi. La decisione dell'agenzia statunitense era già stata presa lo scorso 10 febbraio, prima delle fibrillazioni politiche che hanno portato alla fine dell'esecutivo Letta. "Ma - ci hanno tenuto a far sapere gli analisti di Moody's - le dimissioni odierne del primo ministro Enrico Letta e l'attesa per un nuovo governo guidato da Renzi non alterano in alcun modo le nostre aspettative sull'Italia". Fitch è di tutt'altro avviso. Nella nota pubblicata oggi ha, infatti, sottolineato che la crisi di governo "è solo l’ultimo episodio di volatilità politica dalle inconcludenti elezioni dello scorso febbraio" e che misure come quelle presenti nella bozza di legge finanziaria per il 2014 "nonostante la maggioranza parlamentare, riflettono contrattazioni politiche e dispute tra o all’interno dei principali partiti".
Agli analisti di Fitch non risulta affatto chiaro quale continuità ci potrà ma essere tra l’amministrazione Renzi e il governo Letta. Il report di oggi pone, infatti, l'accento sull’incertezza che gravita sul sostegno politico del quale potrà godere il sindaco di Firenze, "soprattutto al Senato", anche perché "il leader del Ncd Angelino Alfano ha dichiarato che i negoziati sulla composizione del nuovo governo non dovrebbero essere svolti di fretta". Per Fitch, dunque, il rating dell’Italia rimane legato all’attuazione della politica fiscale e alle riforme strutturali.
Due fattori che mettono a rischio il potenziale di crescita, che "rimane basso". "Il significativo consolidamento fiscale - conclude l'agenzia di rating - ha lasciato uno spazio molto limitato per rispondere a shock economici".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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