Governo in fumo: battuto due volte

Esecutivo sotto su sigarette elettroniche e forze dell'ordine. Ipotesi fiducia per non fare slittare la decadenza del Cav

Governo in fumo: battuto due volte

Roma - Al puzzle della legge di Stabilità molte tessere non hanno ancora trovato collocazione. E le tessere politiche rischiano di condizionare quelle tecniche. Risultato: solo oggi pomeriggio governo e relatori presenteranno gli emendamenti «pesanti» (come quelli che dovrebbero - nelle intenzioni - modificare la fiscalità sulla casa). E solo dopo tali scelte sarà possibile conoscere tempi e modalità per l'approdo della manovra nell'aula di palazzo Madama. Tempi e modalità che s'incrociano con il voto sulla decadenza di Berlusconi da senatore. È previsto per mercoledì 27 novembre. Ma già questa sera la legge di Stabilità dovrebbe essere votata dalla commissione Bilancio ed arrivare in aula. Ieri, però, il governo inciampa due volte: va «sotto» in Commissione. La prima per mano di Lega e Maurizio Gasparri (Fi). La seconda, per un emendamento di Gian Carlo Sangalli (Pd) che modifica la tassazione del fumo elettronico. Lega e Gasparri avevano proposto che la manutenzione degli immobili delle Forze dell'ordine rimanesse a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza. Il governo era contrario. Ma al momento del voto i deputati del Pd non erano presenti. Così, l'emendamento è stato approvato (con il parere contrario del governo) anche dai senatori di Nuovo centrodestra. Sembra che Luigi Zanda, capogruppo Pd a Palazzo Madama, condividesse le posizioni delle Forze dell'ordine. Più tardi - riferisce Lucio Galan (Fi) - il governo torna ad andare “sotto“ su un emendamento del Pd (questa volta) che modifica la tassazione sulle sigarette elettroniche. Mentre viene bocciato l'emendamento di Fi che punta a far tornare al 20% l'aliquota più alta dell'Iva. Il clima al Senato sembra preparare il terreno per far «strambare» la manovra da articolato a maxi-emendamento. È evidente che si tratta di una scelta non indolore per la maggioranza di governo. Qualora dovesse diventare maxi-emendamento, il governo chiederà il voto di fiducia: autorizzato dall'ultimo Consiglio dei ministri (alla riunione erano presenti anche i ministri di Nuovo centrodestra). Alfano, però, ha chiesto ad Enrico Letta di non mettere il voto di fiducia, «per non snaturare il dibattito parlamentare». La formula utilizzata dal vice premier, però, è la stessa che - tradizionalmente - viene usata dalle opposizioni. Alfano punta ad allungare il dibattito parlamentare sulla manovra nella speranza che la conferenza dei capigruppo (prevista per oggi al Senato) possa definire una nuova data per il voto sulla decadenza di Berlusconi. In realtà, contro quest'ipotesi s'è già espresso il presidente di Palazzo Madama, oltre all'intero Pd. Ne consegue che, al momento, la strada del voto di fiducia sulla legge di Stabilità è quella che solletica maggiormente Palazzo Chigi. Tra l'altro, il regolamento del Senato non obbliga l'assemblea a far trascorrere 24 ore tra la richiesta del voto di fiducia ed il voto stesso (come, invece, prevede il regolamento di Montecitorio). Ne consegue che se la Legge viene trasformata in un maxi emendamento, questo può essere votato (con la fiducia) già domani.

In attesa delle tessere «politiche», il puzzle della legge di Stabilità si riempie di misure come l'autorizzazione per ricomprare dai privati l'Isola di Budelli, dell'aumento di 75 milioni a favore dell'assistenza dei malati di Sla, del milione per le associazioni combattentistiche e d'arma, dei 30 milioni per i pescatori in cassa integrazione in deroga.

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