I siti internet, si sa, si ripagano delle spese e magari guadagnano qualcosina grazie a i banner pubblicitari. Le regole del web marketing non lasciano scampo: le aziende pagano un tot a click. E se sul costo, più che provare a trattare con le concessionarie (quando va bene) poco si può fare, si può sempre cercare di forzare il numero di click. Con contenuti di qualità? Anche, ma non sempre bastano.
Ecco quindi che persino un "duro e puro" come Beppe Grillo non rinuncia a qualche mezzuccio pur di portare traffico ai propri siti. Come? È presto detto. Guardate questo tweet:
Mi segnalano questa sconcertante denuncia del Movimento 5 Stelle. Guardate cos'hanno scoperto: http://t.co/Oc1AiZHSo4
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) June 11, 2013
E quest'altro:
Apprendo adesso questa notizia. E' successo poco fa: http://t.co/RIkWaheL2A
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) June 13, 2013
Nulla di strano, a prima vista. Eppure, come dimostra Massimo Mantellini sul suo blog, cliccando sul link si finisce sull'aggregatore di notizie della Casaleggio associati, Tze Tze. Un click in più per i banner della pagina. Ma non è finita qui: su questa pagina non c'è la notizia, ma una foto corredata da un breve sommario. Un altro click per arrivare al sito Cadoinpiedi.it (altro portale della Casaleggio associati), dove ci sono altri banner.
Qui finalmente, per chi non si è stufato prima, la notizia: un tweet di denuncia che poteva essere tranquillamente retweetato senza tutti questi click. Nulla di scandaloso, ovviamente. Ma un trucchetto che chi ha un milione di follower su Twitter e sostiene di non guadagnare con il proprio blog potrebbe risparmiarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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