Milano I viaggi in pullman e le cene con i boss. I voti assicurati a destra e quelli «che li ha comprati tutti il Pd». ’Ndrangheta e politica in Lombardia non sono mai sembrate così vicine. Ecco cosa emerge dalle mille e 500 pagine di richiesta d 217;arresto firmata dal pm dell’antimafia milanese Giuseppe D’Amico.Quella che ha portato in carcere l’assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti. Alias «Mimmo Mazzetta».O«il pisciaturu », che nel dialetto delle cosche è l’uomo che non conta nulla.Quello fotografato mentre stringe la mano al boss Giuseppe D’Agostino, così «lui è rovinato». Una vicenda che parte dal 2009, con ringraziamenti in un teatro e in un ristorante per l’impegno profuso a favore dei candidati dei clan nelle elezioni provinciali e amministrative del 6 e 7 giugno.
TUTTI A TEATRO
«A me hanno dato queste disposizioni, m’hanno detto tre pullman a Gallarate, uno a Milano viale Monza e uno a Rho alla stazione ». È una gita un po’ particolare, quella organizzata il primo giugno del 2009. Quella sera, al teatro «Marconi» di Cinisello Balsamo comune nell’hinterland di Milano - è in programma un aperitivo elettorale. C’è gente che conta. Ci sono l’onorevole Giuseppe Galanti ( ex Udc entrato nel Popolo della libertà) e Carlo Lio, candidato sindaco proprio a Cinisello per il centrodestra. Sono attesi anche Guido Podestà, candidato del Pdl alla Provincia di Milano, e Stefano Maullu, consigliere regionale lombardo. E c’è Zambetti. Una manifestazione patrocinata dal quotidiano on line L’altra Calabria in the World .
E la Calabria- almeno una parte di quella traslocata in Lombardia - risponde. Per riempire il teatro, infatti, Vincenzo Vivaldo e Bruno Rullo si danno un gran daffare. Chi sono? Vivaldo è nato a Isca sullo Ionio, ha 47 anni, e sul groppone diversi precedenti per armi, traffico di droga, danneggiamento e lesioni personali. Non bastasse, suo fratello Nicola è stato un esponente di spicco della famiglia mafiosa dei Novella, fino a quando - nel 2000 -una pallottola non l’ha freddato su un marciapiede di Rho. Anche Rullo (all’epoca 46enne)è originario del Catanzarese, ma la sua fedina penale si limita a una condanna per bancarotta fraudolenta. I due vengono incaricati di reclutare il pubblico per la serata al teatro Marconi. Inizia un lungo valzer di telefonate. Chiamano amici, parenti, sorelle e mogli. Già il 26 maggio ne parlano al telefono. «Vedi se organizzi una quindicina di giovanotti - dice Vivaldo - che andiamo a Cinisello e ci prendiamo un aperitivo che c’è Zambetti». «Per roba di elezioni?», chiede Rullo. «Si,roba di elezioni»,conferma Vivaldo. Che però lo rassicura.«Non devono votare niente, andiamo solo lì per presenza ». Non si sa mai.
LA CENA DI PESCE
È andata bene, al teatro Marconi. Un successo. Tanto che Vivaldo, il giorno seguente, riceve la telefonata di Giuseppe Policastro, nel 2008 candidato per le elezioni alla Camera nella lista dell’Udc. «Sono rimasti contenti tutti quanti- gli dice- ci hai dato una grandissima mano ». E la voce gira. Così, la sera del 5 giugno 2009, a Vivaldo squilla ancora il telefono. A chiamare questa volta è Adriano Procopio, anche lui candidato nel 2008 alle politiche per l’Unione dicentro. Lo invita a una cena elettorale. Una cena, emerge da un’altra conversazione, riservata agli stretti collaboratori di Zambetti: «Allora... domani sera, se sei libero, alle dieci siamo invitati io e te da Zambetti, Emilio (si tratta di Emilio Santomauro, già membro della direzione nazionale dell’Udc e consigliere comunale a Milano,ndr ),c’è Beghe, “Adriano”». L’incontro è al«Gente di Mare»,ristorante di pesce in centro a Milano. I carabinieri fotografano tutto.
E tra gli ospiti spunta anche Paolo Martino. Non uno qualunque. Martino, infatti, viene definito un «esponente di altissimo livello della‘ndrangheta reggina, storicamente collegato alla cosca De Stefano- Tegano». Il boss verrà arrestato nel marzo dell’anno scorso in un’altra inchiesta della Procura di Milano. Martino è uno che a 16 anni ha sparato per una lite. È stato latitante, narcotrafficante, per poi salire di rango. Martino - scrivono gli investigatori del Ros - «è uno di quei personaggi che ha ampiamente superato la fase della delinquenza “nera”per passare al livello della mafia imprenditoriale,con contatti ad alto livello economicoe politico».
DA DESTRA A SINISTRA
Il Pdl,ma anche il Pd.La ’ndrangheta è trasversale. Nel Comune di Rho, il 15 e 16 maggio del 2011, si tengono le elezioni amministrative. Il candidato leghista Marco Tizzoni rifiuterà l’appoggio della lobby calabrese. Altri, a quanto sembra, non avrebbero fatto altrettanto. A Eugenio Costantino viene chiesto di raccogliere voti in favore di Fabrizio Cecchetti (Pdl). Ma«i voti dei “calabresi”li ha comprati tutti il Pd ». Lo spiega al telefono Marco Scalambra, arrestato due giorni fa.«Non è una questione di “ apparentamento”...io lo facevo semplicemente perché allora questi voti dei “calabresi” non sono voti che vanno perché vogliono questo, vogliono quell’altro... lì vogliono semplicemente del denaro, punto, fine della fiera, arrivederci e grazie... è una cosa che non si può fare, però viene fatta regolarmente, la maggior parte li ha comprati tutti il Pd». Il meccanismo sembra rodato. Ne parlano Costantino e il padre. «Con Scopelliti (il governatore della Calabria,ndr ),hai visto come ha fatto? Sono andati là... li hanno pagati e hanno comprato i voti, se non paghi i voti non vinci!».
LA LEGGE VINCE SEMPRE
Come sarebbe andata a finire, in realtà, lo sapevano anche loro: i gangster calabresi che si davano da fare per colonizzare la politica lombarda.
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