Roma - Dieci influencer per Grillo posson bastare. C'è una sporca decina di aggregatori di consensi sui social network capaci di pilotare verso Beppe Grillo un milione di italiani evidentemente assai suggestionabili. Ieri il Fatto Quotidiano ha azzardato l'elenco delle dieci sfumature di eminenze grigie, una lista che qualche perplessità la solleva, come vedremo tra un po'. Prima, c'è da spiegare su cosa sarebbero individuati questi body-builder della rete, questi superdotati del web: tutto ruota attorno all'indice Klout, un algoritmo che ha 100 come punteggio massimo (ma avere 70 è già un bel colpo) e che misura le interazioni su Twitter, Facebook e sugli altri social network di ogni personaggio. Va detto che il Klout non è uno strumento universalmente riconosciuto come efficace: per qualcuno sarebbe manipolabile, per altri non distinguerebbe tra interazioni negative e positive, per altri ancora il suo andamento non corrisponderebbe realmente all'attività effettiva sui social network.
Fatto sta che per nessun partito né movimento politico ha mai avuto così tanta importanza l'attività politica in rete. Al punto che per i grillini il portale, la pagina Facebook, l'account Twitter del M5S è paragonabile a quello che per i comunisti degli anni Cinquanta era la sezione di quartiere. E non è un caso che tra i 10-influencer-10 che starebbero lavorando per Grillo e Casaleggio il più importante è proprio la sezione nazionale, una sorta di corazzata mediatica, che vanta su Facebook 217mila mi piace e su Twitter, 28.664 follower. L'indice Klout in questo caso non è elevatissimo (63). Altri tre influencer sono emanazioni locali del M5S: le sezioni siciliana, fiorentina e romana, che peraltro hanno un impatto decisamente limitato, con pochi migliaia di «seguaci» che probabilmente si sovrappongono a quelli della sezione nazionale. Altro influenzatore collettivo è il sito cadoinpiedi.it, portale multimediale di approfondimento che effettivamente ha una bella potenza di fuoco: 76mila «mi piace» e 13.217 follower e un Klout di 62. Beppe Grillo è tra gli autori più attivi, con 65 articoli pubblicati, ma i collaboratori sono assai vari, a indicare un bacino d'utenza assai vario che rende più forte una possibile influenza subliminale.
Ci sono poi cinque influencer in carne e ossa. Uno è Giovanni Favia, il consigliere regionale emiliano reso famoso dal fuori onda televisivo in cui denunciava la scarsa democrazia del movimento: in quanto coscienza a suo modo critica tra i grillini, i suoi 7.255 follower e i 13.868 ammiratori (il suo Klout è 58) non necessariamente sono dei fedelissimi del comico ligure, ciò che però rende ancora più importante il suo compito di arruolatore di grillini. Un'altra figura istituzionale è quella del trantanovenne sindaco di Parma Federico Pizzarotti (che vanta 8.830 mi piace e 10.158 followers su twitter, indice Klout 57), che ha un rapporto molto stretto con i suoi «amici» in rete: proprio ieri in un post annunciava l'intenzione di mettersi alla pari nel rispondere a mail e messaggi Facebook(«me ne mancano 1.500!»). C'è poi Mattia Calise, ventiduenne riccioluto consigliere comunale grillino a Milano, che «sposta» 10.324 mi piace e 4.341 follower e ha un codice Klout di 54, decisamente migliorabile. Si risale decisamente con Giancarlo Cancelleri, candidato presidente della Regione Sicilia che ha trascinato il M5S a diventare il primo partito isolano. Del costruttore di consenso subliminale ha sia il physique, con quel pizzetto un po' mefistofelico, sia i numeri: 15.798 pollici all'insù su Facebook, 6.232 follower cinguettanti e un indice Klout di 62. Il personaggio più misterioso è l'ultimo: Claudio Messora, un giornalista che si è inventato un seguitissimo videoblog (www.byoblu.
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