I tedeschi ci insultano, l'ambasciatore sta zitto

L'europarlamentare europeo Klinz accusa Berlusconi davanti all'ambasciatore Nelli Feroci. Presente anche Grilli

I tedeschi ci insultano, l'ambasciatore sta zitto

È accaduto a margine dell'incontro del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, al Parlamento europeo, a Bruxelles. Si parlava dell'Italia, delle elezioni, del futuro e a un certo punto a preso la parola l'europarlamentare tedesco, il liberale Wolf Klinz, ex presidente della commissione europarlamentare speciale sulla crisi economica e finanziaria. Un autorevole deputato, dicono tutti e scrivono le agenzie di stampa quando parlano di lui. Ieri quando ha preso la parola con di fronte il ministro dell'Ecomomia, però, evidentemente ha perso la sua autorevolezza e ha cominciato a criticare l'Italia. Di più: l'ha insultata. Ha insultato Silvio Berlusconi e sostanzialmente l'intero paese che l'ha eletto tante volte e tante volte l'ha mandato al governo. Già questa sarebbe una notizia, ma ce ne è un'altra: oltre a Grilli, che raccontano alcuni presenti, era in oggettivo imbarazzo di fronte all'eurodeputato tedesco, c'era anche l'ambasciatore italiano Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unione europea. Avrebbe dovuto parlare, sarebbe dovuto intervenire, e invece no. Silenzio. Un silenzio incredibile. Se un ambasciatore non cura e difende il proprio paese che deve fare? Tra i presenti ha cominciato a serpeggiare qualche perplessità e ovviamente sono immediatamente spuntate le malelingue. Quelle che hanno fatto notare che Feroci è conosciuto come un fan della sinistra. «Un dalemiano di ferro», dicono i ben informati.

Sia quel che sia, l'ambasciatore non ha brillato lasciando in più d'uno l'imbarazzo di un rappresentante diplomatico che tace di fronte alle accuse al proprio paese.
Non è stato l'unico siparietto durante l'audizione del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, davanti alla commissione economica del Parlamento europeo. Lo stesso Klinz ha espresso il timore che gli accordi dell'Italia con l'Ue sul risanamento dei conti pubblici non vengano rispettati, perché, ha detto «Bersani ha annunciato che in caso di vittoria del centro sinistra rinegozierà il trattato sul fiscal compact per le sue ripercussioni negative sulla crescita». Grilli ha replicato inizialmente invocando la sua natura di «tecnico» che non interviene nelle polemiche elettorali interne in Italia. Ma poi ha dato una risposta tranquillizzante sulla «blindatura» dell'impegno italiano nei confronti del pareggio di bilancio, a prova di eventuali ripensamenti post-elettorali. «In Italia - ha sottolineato - tutti i partiti che hanno sostenuto il governo Monti hanno approvato il fiscal compact e preso molto seriamente l'impegno che comporta. Siamo stati uno dei primi paesi ad avere introdotto nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio, dettagliando poi per legge come raggiungerlo annualmente».

Su questo ha insistito Grilli, in Italia «c'è una convinzione piena: la modifica costituzionale ha richiesto un'ampia maggioranza, che in condizioni normali sarebbe difficilmente ripetibile, per nuovi cambiamenti», ha concluso il ministro.

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