Ilda costretta al passo indietro sconfitta nella battaglia finale

Scontro dentro la procura milanese. Bruti Liberati: "Boccassini ha altri impegni". Fascicolo a Forno

Ilda costretta al passo indietro sconfitta nella battaglia finale

Milano - «La dottoressa Boccassini aveva fatto sapere da tempo di avere altri impegni»: così ieri mattina Edmondo Bruti Liberati, procuratore capo, rende l'onore delle armi a Ilda Boccassini, procuratore aggiunto e capo del pool antimafia. Se a condurre l'ultima e più temibile inchiesta su Silvio Berlusconi non sarà lei ma la squadra del procuratore aggiunto Piero Forno, specialista in reati sessuali, non è perché la Boccassini è uscita sconfitta dal braccio di ferro interno alla procura di Milano, ma perché lei stessa ha scelto di fare un passo indietro, pressata dai suoi impegni sul fronte del crimine organizzato.
Esiste però anche un'altra ricostruzione dei fatti secondo cui invece la dottoressa si è battuta fino in fondo, o quasi, per vedersi assegnato un fascicolo che riteneva le spettasse di diritto: un po' perché è una costola di un processo che ha condotto in prima persona, il cosiddetto «Ruby 1» a carico di Silvio Berlusconi; un po' perché in fondo Ilda Boccassini ritiene di essere l'unica ad avere l'esperienza e la determinazione investigativa necessarie per incastrare Berlusconi. Accadde così quando nel 1995 tornò a Milano da Palermo, e si impadronì senza tanti complimenti dell'inchiesta sul Cavaliere nata dalle deposizioni di Stefania Ariosto. E la storia si ripetè nel 2010, quando ottenne di vedersi coassegnata l'inchiesta sul caso Ruby, che con il pool antimafia (la sua competenza ufficiale) aveva poco a che fare. Anche l'indagine Ruby ter, quella sulla corruzione da parte del Cavaliere delle Olgettine e degli altri testimoni, per Ilda Boccassini doveva avere la stessa sorte: e la dottoressa aveva già indicato in uno dei suoi sostituti, il pm Paolo Storari, il nome giusto per condurre direttamente l'inchiesta.
Invece niente da fare: l'indagine va a Piero Forno e a un giovane pm del suo staff, Luca Gaglio. Anche Forno è un magistrato con la fama di duro, ma a differenza di Ilda non è impegnato da vent'anni nel faccia a faccia giudiziario con Berlusconi: assegnare il fascicolo a lui, per Bruti è stato indubbiamente un modo per spersonalizzare lo scontro. Ma è possibile che la divergenza tra Bruti e la Boccassini abbia riguardato anche le modalità con cui verrà condotta l'indagine. Bruti ha fatto sapere dall'inizio che, come la legge gli consente, controllerà personalmente i passaggi chiave dell'inchiesta.

Insomma, se la Boccassini avesse chiesto l'arresto di Berlusconi, la pratica sarebbe passata prima sul tavolo di Bruti, che avrebbe potuto bloccarla. È stato questo scenario a convincere la dottoressa a non partecipare allo scontro finale?

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