Solo questa settimana sono stati soccorsi oltre quattromila immigrati. Da ottobre, da quando cioè è partita l'operazione Mare nostrum, gli stranieri sbarcati sulle nostre coste sono quasi 30mila. Un numero esorbitante che non è destinato a fermarsi. Mentre l'Italia sborsa oltre 9 milioni di euro alla settimana per pattugliare le coste, ci sono quasi 500mila profughi che potrebbero prendere il largo per lasciare il Nord Africa. E, intanto, l'emergenza immigrazione sembra esplodere nelle mani di un governo totalmente incapace di trovare una solizione concreta. "Renzi non sa cosa fare, sparacchia contro l'Europa dimenticando le colpe dei governi che il suo partito ha sostenuto - commenta Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e candidato alle elezione europee - intanto scarica il peso dell'emergenza sui comuni, che si vedono arrivare decine di presunti profughi, spesso non identificati e ancora più spesso malati di scabbia o tbc".
Fidanza, cosa c'è realmente dietro al lassismo del governo?
"Viene da pensare che l'emergenza sia per molte associazioni e cooperative di sinistra anche una buona occasione di business, sulla pelle dei disperati e degli italiani che ne coprono i costi. In passato la sinistra ha favorito l'immigrazione puntando a un serbatoio di voti nuovi; oggi questi nuovi flussi sono in gran parte diretti oltre l'Italia per via della crisi e così a sinistra si accontentano di lucrare sull'accoglienza."
L'operazione Mare Nostrum, l'abolizione del reato di clandestinità, il lassismo dell'Ue: è possibile fare un po' di ordine e iniziare a fare il nome di qualche colpevole?
"Mare nostrum è stata lanciata dopo il tragico affondamento del barcone nel canale di Sicilia. Sull'onda dell'emotività il governo Letta non riuscì ad ottenere dall'Ue che fosse questa ad accollarsene in toto le spese e nemmeno la revisione degli accordi di Dublino. Sono proprio questi accordi, confermati alla chetichella nel giugno 2013 da Letta e Alfano (lo stesso che oggi si straccia le vesti rimproverando l'Europa), che scaricano sugli stati di primo approdo come l'Italia tutto l'onere dell'accoglienza e della gestione dei profughi. L'abolizione del reato di clandestinità è l'ennesimo inaccettabile segnale di lassismo verso l'immigrazione incontrollata e i mercanti di morte che se ne arricchiscono. I colpevoli sono noti: Pd, Ncd-Udc, Sel, grillini e persino Forza Italia. Soltanto Fratelli d'Italia - An e la Lega si sono opposti."
A Strasburgo Fratelli d'Italia è pronto a stringere un'alleanza con la Le Pen. Come vi proponete di risolvere l'emergenza sbarchi?
"Con Marine Le Pen condividiamo l'idea di smontare l'Europa delle banche che attraverso la gabbia dell'euro ci sta impoverendo. Come lei ci opponiamo all'immigrazione selvaggia ma su questo tema riteniamo che la risposta debba essere europea. Se è vero che gran parte di coloro che arrivano vogliono proseguire verso il Nord Europa, allora i soldi del salvataggio e dell'accoglienza siano soldi europei, così come il personale per l'identificazione e i controlli sanitari. Poi vogliamo un meccanismo obbligatorio di ridistribuzione degli immigrati: ne arrivano mille? 100 ce li teniamo noi, gli altri se li dividano gli altri paesi Ue. Basta scaricare sull'Italia e sulle tasche degli italiani l'egoismo dell'Europa e il buonismo peloso della sinistra."
Grazie ai lettori ilGiornale.it ha realizzato il reportage Europa ribelle e ha raccontato le forze euroscettiche. Da dove nasce questa spinta anti Ue?
"Intanto voglio complimentarmi con ilGiornale.it e con i vostri lettori per l'iniziativa. È importante capire questo malessere profondo e non, come fanno gran parte delle cosiddette elite europee, bollarlo come populismo. Questa spinta ha origini molteplici: un impoverimento generalizzato, che si è scaricato con maggiore drammaticità sui paesi del sud Europa; una Ue che, nel rispondere alla crisi, ha messo in sicurezza le banche ma non ha fatto nulla per l'occupazione e il lavoro e anzi, attraverso l'austerità, ha aumentato la disoccupazione. Le aziende chiudono o delocalizzano, prevale il lavoro precario o sottopagato sempre più spesso appannaggio di immigrati. È una realtà alla quale le classi dirigenti europee non hanno saputo né voluto rispondere."
L'Italia uscirà davvero dall'euro?
"No, fin quando avremo al governo i Monti, i Letta e i Renzi, ovvero i seguaci della trojka italiana che ci ha rovinato (Prodi, Amato e Ciampi). E non solo non uscirà ma non riuscirà ad ottenere nessuna modifica significativa delle regole, per il semplice fatto che la Germania e i suoi alleati da queste regole traggono un vantaggio competitivo ai danni delle nostre imprese e con soldi italiani hanno salvato le loro banche piene di titoli tossici. Dire basta a questo assetto è un dovere morale per ogni italiano degno di questo nome, chi si allinea è un collaborazionista. Si fa terrorismo psicologico sui costi dell'uscita dall'euro ma nessuno parla dei costi della permanenza a queste condizioni, con in più la mannaia del fiscal compact che incombe. Quante altre tasse vedremo aumentare? Quali spese vedremo tagliare, se non quelle per pensioni, sanità e sussidi per chi non ce la fa? Questa, unita a quella dei salari, sarà una svalutazione più drammatica di quella che deriverebbe dall'uscita dall'euro."
A Strasburgo dialogherete anche con Lega Nord e Movimento 5 Stelle?
"Noi abbiamo fatto una scelta chiara, abbandonando il Ppe della Merkel, che ha tradito i valori popolari e ha sposato gli interessi della finanza. Altri partiti di centrodestra (Forza Italia) o presunti tali (Ncd) criticheranno l'Europa tedesca ma, restando nel Ppe, finiranno col portare voti alla Merkel. A sinistra votano per Schulz che è un anti-italiano e il cui partito socialdemocratico in Germania è al governo con la Merkel. Per questo Fratelli d'Italia - An è l'unico voto utile per l'Italia. Dialogheremo con tutte le forze eurocritiche, italiane ed europee, che siano disponibili ad impegnarsi per uno scioglimento concordato dell'Eurozona. Il M5S è ancora molto ondivago su questo tema, ammiccano all'uscita dall'Euro ma vogliono gli eurobond che implicano ulteriore perdita di sovranità.
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