«Io, vittima da bambino dei pedofili, ora faccio lezioni anti orco nelle scuole»

«Io, vittima da bambino dei pedofili, ora faccio lezioni anti orco nelle scuole»

È difficile trovare un libro che parli di pedofilia e che sia allo stesso tempo delicato ma incisivo. Giuseppe Carbone, autore di «Paradiso e Inferno, andata e ritorno: un viaggio nella pedofilia» (Casa Editrice Kimerik) è riuscito a scriverlo, forte di un trascorso personale drammatico che ora ha deciso di mettere a disposizione degli altri. A cominciare dai bambini delle scuole ai quali Giuseppe fa «lezione» anti-orchi, per impedire che le violenze subite da lui quand'era piccolo possano capitare ad altri.
«La mia testimonianza - racconta Carbone - è dedicata a tutti coloro che si sono visti precipitare nelle viscere più oscure dell'Inferno a causa della pedofilia. Qualcuno ha lottato sino allo stremo delle proprie forze, riuscendo a sconfiggere il demone-pedofilo e a risalire dal buio dell'oltretomba fi no a rivedere la luce». Un percorso tortuoso, difficile, spesso estenuante. Altri invece hanno fronteggiato il nemico, dando tutto in questa stancante e spasmodica guerra, aggrappati a una parete scivolosa quasi impossibile da risalire, senza però venirne fuori. Sono gli stessi che vagano senza meta nel limbo, ahimè per sempre confinati nel buio più profondo della sofferenza e della disperazione. Il pedofilo agisce sotto mentite spoglie, carpisce la fiducia delle sue vittime e la utilizza a proprio piacimento, in un instancabile lavoro di conquista di un lasciapassare che ha un solo scopo: fare del male. È come se gli abusati venissero spinti nell'angolo angusto, buio, di una stanza, bloccati e senza alcuna possibilità di fuggire.
«Il mio libro - spiega nella prefazione Carbone - è frutto di un vissuto doloroso che ha segnato per sempre la mia esistenza. Mi rivolgo con affetto a tutti coloro i quali hanno affrontato le mie stesse problematiche, amici virtuali ma pur sempre veri, legati tra di loro per aver sperimentato un male oscuro e quasi impronunciabile, per la tristezza e la paura che è capace di evocare. Spesso le famiglie ignorano ciò che accade o è accaduto ai loro cari, forse per un problema di comunicazione da parte dell'abusato, e, dall'altra parte, per una mancata attenzione a comprendere i cambiamenti dei propri fi gli. Chi incontra il male difficilmente ne parla e si apre.

Quando alcuni genitori si sono resi conto che qualcosa nei loro bambini non andava, e poi hanno compreso il perché, li hanno supportati e sostenuti, spesso con la morte nel cuore. Con lo scrupolo di non aver capito i loro cari, sono scesi con loro nelle valli più oscure della terra per intraprendere una guerra che rischia a volte di rivelarsi impari, altre volte vittoriosa».

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