Irpef, i tagli di Renzi non valgono 80 euro al mese

I calcoli dell'Istat: "Il guadagno medio per i più poveri è di 714 euro all'anno". Cifra ben lontana dagli 80 euro al mese

Irpef, i tagli di Renzi non valgono 80 euro al mese

La buona notizia è che la crescita dell’economia italiana nel 2014 dovrebbe proseguire secondo "ritmi moderatamente positivi". La cattiva notizia, invece, è che il guadagno medio annuo dello sconto Irpef previsto dal governo sarà di 714 euro per le famiglie più povere. Il che, stando ai calcoli dell'Istat, significa meno di 60 euro al mese. Altro che gli 80 promessi dal premier Matteo Renzi. Lo sconto scende via via fino a 451 euro per le famiglie più ricche. Cioè si passa dal 3,4% del reddito allo 0,7%. E non andrà meglio alle imprese che beneficeranno del taglio del 10% dell'Irap. "L’elevata presenza di imprese con base imponibile negativa o nulla a fini Irap restringe la platea degli interessati al provvedimento", calcola l'Istat spiegando che si tratta di 620mila imprese. Vale a dire il 72,2% (circa due su tre) delle società considerate.

"Le indicazioni di un moderato miglioramento dei ritmi di attività economica, pur diffusi in misura differenziata tra i comparti produttivi, porterebbero a delineare un percorso di moderata espansione del prodotto lordo nel corso del 2014". Nel corso di un’audizione sul Def alla Camera, il presidente dell’Istat Antonio Golini snocciola i drammatici effetti di una crisi economica che non sembra mollare il sistema Italia. A patirne maggiormente è il mercato del lavoro. Dal 2008 al 2013 la perdita è stata di quasi un milione di occupati. Le differenze territoriali si sono amplificate col Mezzogiorno che rispetto al 2008 ha registrato un calo del 9% contro il 2,4% del Nord. Tuttavia, l'Istat prevede nel primo trimestre dell’anno il pil torni ad accelerare rispetto al quarto trimestre del 2013. Un'accelerazione purtroppo modesta. "La moderata ripresa - si legge nel bollettino dell'Istituto di statistica - dovrebbe continuare con ritmi pressoché analoghi nei restanti trimestri dell’anno in corso". Se queste previsioni fossero confermate il pil dell’anno potrebbe raggiungere il +0,8% in linea con le ultime previsioni del governo.

Le misure del Def, licenziato la scorsa settimana dall'esecutivo, produrranno un effetto positivo sul pil dello 0,2% e sul fisco per 11,3 miliardi all'anno. Al netto degli interventi di copertura delle maggiori spese e minori entrate previste dal Def, l’effetto positivo della crescita potrebbe essere ridotto a circa 0,1%. Purtroppo, però, la portata delle misure di Renzi non è all'altezza delle promesse fatte. Con gli sconti Irpef che il governo si appresta ad approvare "il guadagno medio annuo per beneficiario è pari a 714 euro per le famiglie più povere" del primo quintile. Si oscilla da massimo 796 euro all'anno (poco più di 65 euro al mese) per le famiglie più povere a 451 euro all'anno (poco meno di 40 euro al mese) per le famiglie più ricche. "Solo il 9,5% della spesa totale per l’intervento - ha sottolineato l'Istat - viene erogato alle famiglie appartenenti al quinto di reddito più povero".

Non va meglio alle imprese. L’elevata presenza di aziende con base imponibile negativa o nulla ai fini dell'Irap restringe, infatti, la platea degli interessati agli sgravi del governo. Secondo i calcoli dell'Istat, si tratta di "circa 620mila imprese, pari al 72,2% delle società considerate".

"I beneficiari - ha concluso Golini - sono percentualmente più numerosi tra le imprese medio-grandi che operano nel settore manifatturiero, le imprese residenti nel Nord-Ovest, e le imprese in gruppo nazionale ed estero".

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