Roma - Qualcosa s'è incrinato nei rapporti tra Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni. Renato Brunetta consegna a Palazzo Chigi 7 formule di copertura per evitare l'aumento dell'Iva ed il ministero dell'Economia non le prende nemmeno in considerazione.
Ma l'ultima cosa che gli uomini di Enrico Letta si potevano aspettare era che proprio Saccomanni si mettesse di traverso sul piano «Destinazione Italia»: il programma che il premier ha presentato a Londra per la captazione dei capitali esteri e che sarà l'argomento centrale della missione americana e canadese che inizia domenica. «Serve cautela - dice il ministro in piena riunione di Consiglio dei ministri - Bisogna stare attenti a non creare effetto boomerang creando eccessive aspettative agli investitori stranieri». Ed a termine della riunione di governo, il clima era plumbeo.
Con il risultato che il programma «Destinazione Italia» entra nel limbo: forse prenderà la forma di un libro bianco, forse sarà un documento programmatico, forse un allegato alla valanga di documenti contabili che verranno presentati dal governo entro i prossimi venti giorni. Eppure, per il lancio del programma di privatizzazioni e di investimenti esteri in Italia il presidente del Consiglio aveva annunciato road show sulle principali piazze finanziarie. A partire dalla prossima settimana a Wall Street.
Il ministro dell'Economia, poi, sembra poco propenso a recepire le proposte che il presidente dei deputati Pdl gli ha fatto arrivare attraverso Palazzo Chigi, pur di scongiurare l'aumento dell'Iva a partire dal 1° ottobre. Si parla di rivalutazione dei cespiti d'impresa (1 miliardo), di rinvio delle spese d'investimento programmate (1 miliardo), di anticipo del pagamento delle accise dovute a gennaio (1,5 miliardi), di rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia (4 miliardi una tantum), di vendita degli immobili (1 miliardo una tantum, anticipato dalla Cassa depositi e presiti), di vendita delle partecipazioni azionarie (anche qui 1 miliardo, anticipato dalla Cassa depositi), accelerazione del pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione.
Soluzioni sulle quali Brunetta si aspetta un confronto con il ministero dell'Economia nella sede della cabina di regia. Messe tutte insieme, «ammontano a 10,5 miliardi». Per tutta risposta da via XX Settembre la risposta è sempre la stessa: è impensabile poter evitare l'aumento dell'Iva ad ottobre.
Oggi il ministero dell'Economia presenterà al consiglio dei ministri la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza: canovaccio della Legge di Stabilità. Indicherà un pil di quest'anno in flessione per l'1,7% ed uno previsto per il 2014 positivo per poco più di mezzo punto. Verrà anche svelato l'andamento del deficit. Al ministero dell'Economia l'altro giorno hanno fatto sapere che quello di quest'anno raggiungerà il 3,1%. Per il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, invece, è già sotto il 3%. In consiglio dei ministri, Saccomanni ripete che il 3% non si sfora. E la Commissione europea ricorda che se oggi il governo annuncerà di essere oltre il tetto, il governo dovrà introdurre misure correttive. Fare una manovra, insomma.
La diga Saccomanni (ed i contatti europei) hanno poi convinto Letta ad abbandonare l'idea di poter ridurre già quest'anno (alleggerendo le tredicesime) la pressione fiscale sulle buste paga. L'aumento di un punto aggiuntivo dell'Iva, oltre a quello che scatta il 1° ottobre, non è digeribile politicamente. Ma l'Iva sarà comunque il piatto forte della prossima legge di Stabilità.
Orientamento del governo è di presentare una riforma di aliquote e paniere dell'Iva.
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