Incontro in vista Berlusconi Renzi. Qualcosa si muove e, ovviamente, non alla luce del sole. L’uomo che tesse le fila di un possibile faccia a faccia tra i due leader è Denis Verdini, ieri a lavorare al partito sulle liste ma che alcuni davano poi ad Arcore in tarda serata. È lui in questa fase il Richelieu che tiene i canali aperti con Renzi e che lavora di cesello affinché non salti il banco delle riforme. Il Cavaliere avrebbe tutto l’interesse per rivedersi col premier per due motivi principali. Il primo per cementare il patto sulla riforma del Senato e del titolo V della Costituzione. L’accordo siglato al Nazareno è una cornice con la quale si sono stabiliti i punti cardine della riforma: superamento del bicameralismo perfetto, zero costi per il nuovo Palazzo Madama, niente fiducia al governo. Ma ora occorre disegnare con più precisione come cambiare il Senato. E la bozza del premier proprio non va. Questo nel merito della riforma.
Infatti è lo stesso Berlusconi, nella nota di tarda serata, a chiedere un faccia a faccia per “ mettere a punto i dettagli”. Trovare la quadra, insomma. Il secondo motivo per cui Berlusconi potrebbe vedere presto Renzi è più d’ immagine. Sarebbe la plastica dimostrazione che i giudici stanno maneggiando una cosa delicatissima come l’agibilità politica del leader dei moderati italiani. Proprio mentre questi si accinge a far nascere la Terza Repubblica assieme al leader del Pd. Un faccia a faccia che striderebbe con l’azione della magistratura che sta per decidere la pena per l’ex premier. Il giorno dell’udienza davanti al tribunale di sorveglianza è prevista per giovedì 10 ma non è detto che il verdetto arrivi proprio quel giorno, anzi. Presumibilmente il tribunale lascerà passare altri cinque giorni prima di prendere una decisione. Sulla carta i giudici hanno tre opzioni: carcere, arresti domiciliari, servizi sociali. Berlusconi nelle ultime ore, quasi a voler esorcizzare il verdetto a lui più sfavorevole, continua a ripetere ai suoi: «Mi arresteranno, vedrete, mi arresteranno». Tuttavia pare più probabile che, sia per questioni di età sia per l’effetto boomerang che questa decisione comporterebbe, i magistrati sceglieranno la pena più morbida: servizi sociali.
Ma l’incubo per Berlusconi resta. L’attesa del verdetto è snervante e nessuno sa cosa potrebbe accadere dopo. Di certo gli avvocati, Niccolò Ghedini e Franco Coppi in testa, da tempo consigliano all’ex premier di tenere un profilo basso, bassissimo. Come se il suo atteggiamento a ridosso della sentenza potesse avere un qualche effetto sulla stessa. Di fatto al partito non è arrivata alcuna direttiva in merito: nessun assembramento, nessuna manifestazione, nessun Aventino. Certo, sarà poi Berlusconi a decidere cosa fare e come il giorno dopo il giudizio del tribunale di Milano. Tuttosarà come prima? C’è da escluderlo visto che anche Giovanni Toti ammette: «Francamente dire che il problema dell’agibilità politica di Berlusconi non pesi sarebbe da illusi ». Anche se poi aggiunge: «Ma credo che i magistrati non priveranno i democratici e i liberali italiani della voce del loro leader con la pena del bavaglio ad personam ». In ogni caso Berlusconi è persuaso che convenga a tutti che non sia intaccata la propria «agibilità politica», a Renzi e Napolitano in primis.
«Le riforme vanno fatte con Forza Italia altrimenti con chi, con Grillo?» è il pensiero dell’ex premier. Proprio Grillo, assieme alle altre forze anti-euro, alla fine è lo spauracchio che può contribuire a tenere politicamente in vita il Cavaliere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.