L'altolà del Cav: "Basta liti interne". E cerca volti nuovi

Lo sfogo di Berlusconi non placa le tensioni nel partito. Caso Ruby, i timori di una nuova offensiva giudiziaria

L'altolà del Cav: "Basta liti interne". E cerca volti nuovi

Che non avrebbe partecipato all'Ufficio di presidenza era noto da giorni. Così come si sapeva che non sarebbe stata certo la riunione di ieri l'occasione per un chiarimento tra le diverse anime di Forza Italia. Il fatto che tutto sia andato secondo copione, però, non significa che il problema non esista. Tutt'altro, visto che a piazza San Lorenzo in Lucina il termometro ha ormai superato il livello di guardia. Con un Silvio Berlusconi che non solo è stufo di assistere ai continui scambi di accuse reciproche all'interno del partito, ma che ha pure la testa su ben altri problemi, visto che è ormai imminente l'avvio del processo di appello per Ruby.

Nonostante la tempesta che sta investendo la procura di Milano, l'ex premier è infatti convinto che la tempistica del secondo e terzo grado sarà ancora una volta piuttosto celere, con il rischio di vedersi confermare la condanna già entro fine anno. Cosa che potrebbe influire, e non poco, sul suo attuale status, visto che l'affido ai servizi sociali per la sentenza Mediaset potrebbe a quel punto essere ridiscusso e sostituito con pene più restrittive. È questo, nella sostanza, il timore di un Berlusconi che - pur rispettando la consegna del tribunale di Sorveglianza ad evitare ogni dichiarazione in tema di giustizia – continua a pensare dei processi a suo carico esattamente le stesse cose di qualche mese fa.
È con la preoccupazione di una nuova offensiva giudiziaria, insomma, che il leader di Forza Italia approccia i diversi ragionamenti sul restyling del partito. Con un certo fastidio per «chi continua a dare l'immagine di un movimento disastrato e in preda alle faide intestine» proprio adesso che «avremmo bisogno di unità per cercare di rilanciarci». Proprio adesso, si è lasciato scappare qualche giorno fa, che torna il timore degli arresti domiciliari o, peggio, del carcere.
Detto questo, Berlusconi è convinto che la ricetta per ripartire sia quella di «puntare su una decina di volti nuovi e non identificabili con la vecchia politica», sulla falsariga del profilo del neosindaco di Perugia Andrea Romizi. Come arrivare a questo obiettivo – se seguire la via dei congressi o quella delle primarie – al leader di Forza Italia interessa fino a un certo punto, al netto del fatto che è ovviamente necessario trovare una forma di autofinanziamento del partito. Il bilancio votato ieri, infatti, conferma per le casse di Forza Italia un profondo rosso. Tanto che il tesoriere Maria Rosaria Rossi e Denis Verdini hanno rivolto un appello urbi et orbi per «individuare nuovi strumenti per il reperimento dei fondi» ora che con la nuova legge sul finanziamento ai partiti Berlusconi non può più intervenire di tasca sua per coprire i buchi.

Sullo sfondo resta il braccio di ferro interno. Ieri, infatti, Raffaele Fitto ha ribadito la necessità di una «seconda fase». «Porterò avanti le mie tesi fino in fondo all'interno del mio partito – dice ospite di Agorà – ma non ci penso assolutamente alla spaccatura». L'ex ministro, insomma, continua a battere sulla necessità di un confronto interno. E pure Daniele Capezzone – che insieme al direttore del Giornale Alessandro Sallusti ieri ha presentato il suo libro "Per la rivincita - Software liberale per tornare in partita" – si dice favorevole alle primarie così da «coinvolgere i cittadini e mobilitare gli elettori». Guarda invece all'allargamento della coalizione Giovanni Toti.

Dopo aver teso nei giorni scorsi la mano alla Lega, il consigliere politico di Berlusconi guarda infatti al Ncd. Convinto che, dice a Porta a Porta, «lo spacchettamento sia stato un indebolimento del fronte dei moderati, un'operazione politica in perdita che non ha premiato né noi né Ncd».

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