È ancora "stallo" nel Comitato ristretto della commissioni Affari costituzionali di Palazzo Madama incaricato dal presidente del Senato Renato Schifani di fare in "dieci giorni" una proposta di legge elettorale da presentare all’Aula. Anche se dal giorno in cui la conferenza dei capigruppo assegnò l’incarico siano passate ben tre settimane, il comitato ha continuato ad incontrarsi, ma senza arrivare ad una sintesi. E la stessa cosa è avvenuta anche oggi.Tuttavia, il segretario del Pdl Angelino Alfano lancia una sfida a Pier Luigi Bersani: "Se il Pd ci dice che è favorevole all’elezione diretta del parlamentare con le preferenze, l’intesa la possiamo chiudere già questa sera".
Mentre il Pdl prosegue sulla via delle riforme, il Partito democratico tentenna e alle Camere cerca di frenare l'iter delle riforme. Oggi pomeriggio Bersani ha incontrato, in un vertice durato poco menoi di un'ora, sia il leader centrista Pier Ferdinando Casini sia il presidente della Camera Gianfranco Fini per fare il punto sulla legge elettorale. "Non intendiamo essere portati a spasso - ha spiegato il leader del Pd - abbiamo presentato proposte, siamo flessibili e pronti a stringere, non accetteremo che la prossima settimana si vada in vacanza. Se la destra vuole battere palla si assuma responsabilità". Alfano, però, vuole proposte concrete e invita Bersani a trovare la quadra al più presto per evitare di portare avanti un confronto improduttivo. "Noi abbiamo il serio intendimento di approvare la legge elettorale - ha fatto presente il segretario del Pdl - se non c’è un accordo è perché nel merito non condividiamo alcuni punti proposti dal Pd. Ma se loro ci dicono di essere favorevoli alle preferenze, già questa sera si può chiudere un’intesa". A stretto giro è arrivata la replica di un furibondo Bersani: "Anche questo è un uovo di giornata. Già ieri sera il messaggio era diverso, aspetto domattina per vedere cosa c’è di nuovo, siamo già al settimo o ottavo messaggio diverso".
Nel frattempo i componenti del Comitato ristretto della commissioni Affari costituzionali, presieduto da Carlo Vizzini, non sono ancora riusciti a mettere a punto alcun testo o proposta di riforma elettorale visto che tra i partiti non si è riusciti ad arrivare ancora ad un accordo. Al di là delle dichiarazioni di intenti. "Il Parlamento si riunisce tutti i giorni - ha sintetizzato Vizzini alla fine della riunione di oggi - per cui se ci sono ancora dei ritardi la colpa non è nostra, ma di chi sta fuori del Parlamento...". "Se entro la prossima settimana ancora non si sarà giunti ad un accordo politico - ha spiegato il relatore Enzo Bianco (Pd) mentre l’altro Lucio Malan (Pdl) si allontana dai giornalisti senza fare commenti - noi una proposta la faremo ugualmente tenendo conto delle varie posizioni finora espresse". Magari tornando a prendere in considerazione anche la legge in vigore prima del "Porcellum", cioè, il "Mattarellum": un "desiderata" che sarebbe stato ribadito oggi dall’Idv e anche da ’Coesione Nazionalè. "Ma ancora si può fare presto - ha, quindi, incalzato il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda che fa parte del Comitato - perché si deve puntare ad andare in Aula con una proposta la prima settimana di agosto". E poco importa se la prima settimana d’agosto sia la prossima perche Zanda, all’obiezione, ha assicurato: "Guardate bene perchè la prima settimana d’agosto non è la prossima...". E anche il vicepresidente del gruppo del Pdl Gaetano Quagliariello ha ostentato ottimismo: "La prossima volta, cioè la prossima settimana - assicura - si metterà a punto un teso base con le posizioni di tutti".
"Noi comunque - ha incalzato Vizzini - non poniamo limiti temporali al nostro impegno. E siamo disposti a continuare a lavorare anche al di là dei calendari prestabilit". Sempre che i partiti trovino prima l’intesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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