È un delitto feroce, prima ancora che passionale: questo dev'essere chiaro, perchè l'orrore non cambia a seconda degli aggettivi. Quanto alla sua tragica trama, non ha nulla di giallo e di complesso. È la stessa assassina a chiamare i carabinieri, nella sonnolenza della domenica mattina: «Venite, ho ucciso la mia compagna».
La storia piccola di Gussago, un borgo nei pressi di Brescia, viene segnata da un omicidio in qualche modo anomalo, ma soltanto statisticamente: lei uccide lei. Con la memoria corta che tutti quanti ci ritroviamo, sembra il primo caso del genere in Italia. Ancora una coppia che scoppia, verosimilmente per gelosia, ma è una coppia cui non siamo del tutto abituati. Eppure non c'è veramente nulla di diverso da tante - troppe - vicende ossessivo-sentimentali.
Angela, 35 anni, originaria di Perugia, è operaia. Marilena, un anno in meno, ex barista, ultimamente disoccupata, è nativa di Agrigento. Dopo un periodo di convivenza ad Ancona, nell'estate scorsa si spostano a Gussago. Sabato sera, i vicini le sentono litigare furiosamente fino a tardi. Poi il silenzio.
Quello che avviene dopo dentro casa è raccontato l'indomani dall'assassina stessa agli investigatori. Marilena va a dormire. Angela aspetta che prenda sonno. Poi, nel cuore della notte, l'ammazza con due colpi di pistola. Quindi la veglia fino all'alba, quando si decide a chiudere il cerchio tragico della sua storia d'amore consegnandosi ai carabinieri. Risulta che anche in questo caso a far scorrere il sangue sia la gelosia: Angela temeva che Marilena avesse un'altra relazione, ipotesi insopportabile.
Fin qui la normalità macabra di un omicidio come tanti. Ad alzare l'attenzione, inutile nasconderselo, è il modello di coppia che questa volta finisce a rivoltellate. È pur vero che viviamo nella stagione concitata delle conquiste civili, per quanto riguarda il pianeta omosessualità. Siamo martellati ogni giorno da nuove concessioni e nuovi aggiornamenti in giro per il mondo, il tal Paese apre ai matrimoni gay, il tal'altro Paese ammette le adozioni alle coppie gay, e via modificando. La società non è più la stessa, le famiglie non sono più le stesse, non sono più gli stessi i valori e gli schemi...
Poi gli spari nel buio, in un fragore di crudeltà e di violenza che riporta tutti, soprattutto le anime belle, alla dura legge della vita. Non è il caso di strizzare troppa sostanza dal delitto di Gussago, ma una conferma risulta evidente: per quanto noi umani possiamo rielaborarla, ripensarla, rifondarla, la coppia presenta sempre lo stesso fascino e gli stessi pericoli. Il fascino irresistibile dell'affinità elettiva, i pericoli che poi alla fine ci sia sempre un dominante e un dominato, nei casi più disgraziati uno che picchia e uno che le prende, uno che fa l'aguzzino e uno che subisce umiliazioni.
Logicamente si è sempre portati a identificare nel maschio il carnefice della coppia, con la femmina condannata nel ruolo dell'incassatrice e della vittima. Purtroppo, la macabra statistica sta lì a dimostrarlo: non è proprio il caso di assolvere certi uomini dalla loro inclinazione prepotente e bestiale. Ma è adesso il caso di aggiungere subito il passo successivo: non è eliminando il maschio che la coppia si salva dall'implosione, con la sopraffazione dell'uno sull'altro. Fino all'altro giorno sguazzavamo nel classico, con il lungo elenco dei maneschi Pistorius accecati dalla gelosia e spietati killer delle povere compagne. Oggi abbiamo una donna che ammazza senza pietà la convivente, sempre nel sonno. Fa differenza?
Conviene aggiornare le nozioni di base. La coppia gay non è il felice risultato di un poetico processo di distillazione, non è un salto di qualità in avanti, in alto, come in tante sedi e in tanti momenti ci vogliono far credere: è un semplice adattamento di genere. Ma cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia. Le dinamiche, i rapporti di forza, la leggerezza o la pesantezza della coppia rimangono immutati, comunque a noi umani venga in mente di combinare le due metà della mela. Non c'è una zona franca per miserie e dolore, incomprensioni e soprusi, dispotismi e schiavitù. Nemmeno nella coppia gay, nemmeno tra donna e donna, nemmeno se viene estromesso il maschio animale.
Nessuno sconto particolare, allora, per gli spari di Gussago.
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