Parla Nunzia De Girolamo, accanto a lei solo il vicepremier Angelino Alfano, i colleghi Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello e qualche sottosegretario. Non c’è il premier, né ministri degli altri partiti. Un monocolore Ncd tra i banchi del governo che fotografa perfettamente lo stato della maggioranza. La novità (e anche la spiegazione del quadretto di Montecitorio) è che il premier Enrico Letta ieri ha mollato nell’ordine, e secondo un nesso di causalità, il ministro dell’Agricoltura, il Nuovo centrodestra e il suo leader nonché vicepremier, Angelino Alfano.
Questa volta non è solo il solitodestino che tocca alle formazioni moderate che, di fronte a un bivio, scelgono l’alleanza con la sinistra. Né una scelta legata esclusivamente al caso De Girolamo. Il fatto è che la vicenda del ministro dell’Agricoltura - le frasi registrate e l’inchiesta sull’Asl di Benevento - come era prevedibile, si è legata alla legge elettorale. Vera priorità per la classe politica.
Su questo fronte, Alfano e Letta sarebbero dalla stessa parte. Entrambi vogliono frenare Matteo Renzi. Il premier fino a giovedì sembrava in sintonia con i piccoli partiti della coalizione che vogliono una posizione ufficiale del governoe quindi un sistema elettorale che non li cancelli dal Parlamento. Piccoli partiti e premier vogliono che la regia della riforma più urgente torni a Palazzo Chigi per delegittimare la trattativa del segretario Pd con Forza Italia e il suo leader Silvio Berlusconi, che- temono- porterebbe a un sistema che li cancellerebbe. Umori che Renzi ha captato da tempo e ha commentato con un chiarissimo: «Molti cercano di frenare, ma io non mollo».
L’unica condizione che Letta aveva messo agli alleati moderati era una soluzione sul caso De Girolamo,sullo stile di quello dell’ex ministro Idem, cioè le dimissioni. Il Ncd e il ministro hanno invece deciso una linea di difesa su tutta la linea e così il premier, già sotto pressione per le critiche del segretario del suo partito, ha preso le distanze da Alfano e De Girolamo.
Ha mancato la discussione delle interpellanze Ncd e Pd alla Camera. Prima è andato al Consiglio dei ministri, poi da-Pier Luigi Bersani in via di guarigione all’ospedale di Parma. Risultato, il Ncd si è ritrovato ancora più solo nella maggioranza. In compagnia, solo per questa volta e limitatamente alla legge elettorale, di Scelta civica e dei Popolari per l’Italia.
I tre partiti moderati hanno chiesto ufficialmente a Letta ilvertice, in mancanza del quale minacciano le elezioni. È «urgente un incontro di maggioranza per evitare che il sottile equilibrio su cui si regge il governo, anche per le tensioni interne al Pd stesso, provochi una crisi di governo al buio». Il confronto con le opposizioni, quindi con Forza Italia, è «doveroso », ma «non può far venir meno la necessità di un preliminareaccordo delle forze di maggioranza ». Anche i bersaniani del Pd hanno minacciato la fine del governo e le elezioni. Segnali chiarissimi, tutti destinati a un unico interlocutore: Letta.
Ufficialmente il premier resta neutrale. Sicuramente cercaun equilibrio che lo faccia arrivare a fine legislatura. Fonti di Palazzo Chigi ieri hanno assicurato che ritiene ancora giusto trovare una posizione unica nella maggioranza, ma promuove anche i tentativi renziani di trovare un’intesa con Berlusconi.
Ma ieri - con il Nuovo centrodestra che non ha ceduto alla moral suasion nemmeno sulle dimissioni che Letta dava per scontate - l’aria che tirava dalle parti della presidenza del Consiglio era decisamente favorevole a Renzi. Pessima per Alfano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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