Ormai siamo ai dettagli. È questione di ore, infatti, e Silvio Berlusconi e Matteo Renzi chiuderanno definitivamente l'accordo sul testo della nuova legge elettorale che domani pomeriggio approderà alla Camera. Non a caso, i contatti degli ultimi giorni non sono stati soltanto telefonici (ieri almeno tre volte) ma c'è stato anche un fitto scambio di corrispondenze per mettere nero su bianco i termini dell'intesa.
Il Cavaliere, questo ha scritto in una lettera inviata al segretario del Pd, si è detto «disponibile» a ritoccare verso l'alto la soglia del 35% per accedere al premio di maggioranza, una questione su cui il Quirinale sta insistendo molto ponendo agli sherpa dell'una e dell'altra parte forti dubbi di costituzionalità. Il leader di Forza Italia è aperturista su una soglia del 36, forse anche del 37. Le proiezioni elaborate da Denis Verdini, infatti, dicono che già con il 36% e un premio di maggioranza del 15% a Palazzo Madama (che è la Camera dove c'è qualche rischio di impasse) ci sarebbe comunque una maggioranza abbastanza solida di 161 senatori. Al 38%, invece, Berlusconi non vorrebbe assolutamente arrivare. La considera una soglia eccessiva che renderebbe di fatto «molto probabile» il turno di ballottaggio tra le due migliori coalizioni. E si sa è il senso del ragionamento dell'ex premier che il nostro elettorato non ama tornare alle urne a poche settimane di distanza. Sempre nella stessa lettera, però, il Cavaliere pone anche alcuni paletti, a partire dal fatto che lo sbarramento al 5% per accedere alla ripartizione dei seggi non vada rivisto al ribasso come chiedono i partiti più piccoli (né venga introdotto il ripescaggio del migliore perdente). Altrimenti insiste il leader azzurro altro che bipolarismo visto che continueremo ad essere ricattati dai piccoli. D'altra parte, uno sguardo all'Europa conferma che non c'è niente di tanto strano in una simile soglia, visto che lo sbarramento più basso è quello che c'è in Germania che è, per l'appunto, proprio del 5%.
La trattativa, dunque, è agli sgoccioli. Tanto che Berlusconi e Renzi mettono nero su bianco i dettagli e ragionano sul testo che domani pomeriggio dovrà approdare alla Camera. Non è escluso, insomma, che già nella notte possa essere perfezionata. D'altra parte, tutti e due hanno interesse a chiudere e andare all'incasso. Arrivare ad una nuova legge elettorale in pochi mesi e all'abolizione del Senato già il prossimo anno, infatti, sarebbe un successo importante sia per l'uno che per l'altro.
Una vittoria che il Cavaliere ha intenzione di giocarsi anche durante la campagna elettorale. Di qui alle europee e amministrative di maggio, Berlusconi è infatti deciso a rimanere in prima fila, almeno finché non arriveranno eventuali provvedimenti che dovessero limitarne le possibilità di movimento (ad aprile dovrebbe scattare l'affido ai servizi sociali, ma incombe sempre il rischio di eventuali domiciliari). Inizierà già sabato, dove alle 10.30 è atteso alla Fiera di Cagliari per sostenere la candidatura del governatore uscente Ugo Cappellacci che si ricandida alle regionali del 16 febbraio.
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