Lite sul "premietto" di maggioranza: l'anti-Porcellum scatena il tutti contro tutti

La bozza Quagliariello con il bonus di 50 seggi non piace al Pd. Calderoli: "Il Porcellum arriva a Pasqua"

Roma - L'infinita partita a scacchi della legge elettorale è ormai alle battute finali. E quasi certamente produrrà un arrocco. Dopo mesi di trattative, proposte, ipotesi, conferenze stampa, appelli e «moral suasion», la bozza di riforma del Porcellum è a un passo dall'essere accantonata. Tanto che perfino l'ex ministro Roberto Calderoli - dopo aver provato a indossare l'abito del mediatore tra Pd e Pdl - getta la spugna. «Posso salvare un ferito, ma non resuscitare un morto. Andare oltre, sarebbe solo accanimento terapeutico. Ho fatto di tutto perché si arrivasse a un'approvazione della nuova legge elettorale. Ma a questo punto mi rendo conto di essere rimasto da solo».
Il confronto, sulla carta, è ancora in corso in commissione Affari costituzionali. Oggi sarebbe dovuto approdare nell'aula del Senato. Palazzo Madama, invece, continuerà a esaminare il decreto sviluppo. Di conseguenza la legge elettorale slitterà in serata oppure più probabilmente alla prossima settimana. Un ritardo forse definitivo. L'accordo, infatti, sembra essere stato trovato solo su un emendamento che prevede che «insieme ai contrassegni vengano depositate le copie degli statuti dei partiti o dei gruppi apolitici organizzati». Una norma che vieterebbe al movimento Cinque Stelle la partecipazione alle elezioni oppure lo costringerebbe a mettere mano alla stesura di un documento di autoregolamentazione. Il comico genovese grida al tentativo di golpe. «Vogliono eliminare il movimento 5 Stelle dalle elezioni. Il M5S ha un Non Statuto composto da sette articoli, ma forse per i partiti non sarà sufficiente».
Grillini a parte, le possibilità di chiudere la trattativa restano bassissime. «Non è un clima normale - spiega il presidente della Commissione Carlo Vizzini - alla fine mi auguro che prevalga il buon senso». Lo stop si è consumato in mattinata quando il Pdl ha detto no al meccanismo detto dell'«ascensore» (ovvero una serie di soglie attraverso cui accedere al premio di maggioranza) dando il via libera a un unico premio di maggioranza al primo partito. Un'indicazione che sarebbe arrivata direttamente da Silvio Berlusconi. L'ultima bozza gettata nell'arena è quella del vicepresidente dei deputati Pdl, Gaetano Quagliarello. Il testo vede confermata la soglia del 40% per ottenere il premio di maggioranza alla coalizione. Ma qualora nessuno raggiunga tale soglia ecco scattare un «premietto», a partire dal 25% e fino al 39,9%, di 50 seggi, uguale per tutti quindi fisso e non più variabile diversamente dalla proposta dell' «ascensore» di Roberto Calderoli. Cinquanta seggi che equivarrebbero circa all'8,2% del totale.
L'impressione diffusa - nonostante le assemblee dei gruppi del Pdl e del Pd andate in scena nel tardo pomeriggio e in serata - è che la trattativa si sia ormai incagliata e che troppo forte sia l'interesse sia di Silvio Berlusconi che del Partito Democratico di mantenere il Porcellum (con il partito di Via del Nazareno che a quel punto proverebbe a mettere in piedi le primarie per le candidature). Il presidente del Pdl e i suoi fedelissimi hanno anche contattato alcuni senatori per raccomandarsi di non cedere e non accettare bozze eccessivamente penalizzanti. «Dalle mie parti l'8 dicembre, giorno dell'Immacolata, ammazzano il maiale. Qui il Porcellum, vedrete che resisterà... non solo vedrà Natale ma pure le uova di Pasqua» ironizza Calderoli.

Naturalmente tra i due partiti è già iniziato il gioco dello scaricabarile e lo scambio di accuse sulle reali responsabilità dello stallo anche se nessuno chiude la porta a un accordo in extremis. Ma a poche settimane dal voto nessuno sembra disposto a modificare lo statu quo.


I consensi per un Pdl a sola guida Alfano, se si votasse oggi, secondo l'ultimo sondaggio disponibile

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