«La messa è finita, andate in pace...». E, mi raccomando, «non votate Berlusconi». Dal Vangelo secondo don Giuseppe, viceparroco della chiesa di Macchia Romana, popoloso quartiere di Potenza. Don Giuseppe ovviamente è libero di pensare e votare per chi vuole, ma che si metta a fare campagna elettorale durante l'omelia è decisamente fuori luogo. Come inappropriato è anche l'attacco (sempre dall'altare) a un candidato al Consiglio comunale del capoluogo lucano, Gianluigi Laguardia, «reo» di aver scritto una lettera al Papa per denunciare una serie di presunti illeciti commessi dai vertici del clero potentino.
Tanto è bastato per far cadere su Laguardia (Forza Italia) gli strali di don Giuseppe che poi - confondendo forse la chiesa con un poligono di tiro - ha allargato il mirino sull'ex premier, nonché ex cavaliere, attualmente ai servizi sociali: «Berlusconi è il padrone di tutto in Italia e se ci troviamo in questa situazione la colpa è solo sua».
Quando ieri don Giuseppe ha letto sulla stampa locale il dettagliato resoconto della sua «sparata», ha capito di averla fatta grossa. Ha chiesto scusa, non rinunciando però a dire di «essere stato frainteso». «Macché frainteso, è stato tutto molto chiaro...», ha replicato un fedele che era presente al comizio, pardon alla predica. Intanto anche don Giuseppe entra di diritto nell'«albo d'oro» dei tanti religiosi che dal pulpito hanno tuonato contro quel satanasso di Silvio.
A pregare per lui, in paradiso, resta invece quella santa donna di suor Silviana, volata in cielo nel '95: era la zia preferita di Berlusconi e gli dava consigli nei momenti di difficoltà.Oggi ne avrebbe di raccomandazioni da fargli...
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