Cara Lanzetta, hai distrutto la mia città. Come farai a salvare le Regioni?

Il nuovo ministro per gli Affari regionali è stato sindaco in un piccolo paese calabrese dove non ha lasciato un buon segno. Anzi...

Cara Lanzetta, hai distrutto la mia città. Come farai a salvare le Regioni?

Il nuovo governo Renzi è appena nato e nella squadra di governo prende posto il "sindaco coraggio", cioè Maria Carmela Lanzetta, ex primo cittadino di Monasterace, un piccolo paese della provincia di Reggio Calabria.

Prima di iniziare devo dire, per correttezza, che sono di Monasterace e che nel 2006 ho votato la Lanzetta (sono uno dei pochi italiani che l'ha fatto). Il nuovo ministro agli Affari regionali è salito agli onori della cronaca nella primavera del 2012, quando con un grave atto intimidatorio, nella notte tra il 28 e il 29 marzo, qualche delinquente spara sulla macchina personale dell'allora sindaco. Io non posso che condannare questo atto, soprattutto perché la stessa Lanzetta era già stata vittima, un anno prima, di un altro attentato, questa volta a farne le spese fu la farmacia di famiglia, che fu bruciata.

Dal 28 marzo del 2012 Maria Carmela Lanzetta vive sotto scorta e questo spiace, innanzitutto perché nel mio paese il primo cittadino è stato vittima di attentato (ciò non può far piacere a nessuno) e in secondo luogo perché da quella data proprio per quel luogo è iniziato un calvario. Quindi, solidarietà e vicinanza per il mio ex sindaco.

La Lanzetta ha vinto due elezioni: la prima nel 2006, quando con il 62% dei voti ebbe la meglio su tutti gli avversari (era il volto nuovo del paese e tutti gli diedero il benvenuto); la seconda nel 2011 quando la quota si abassò al 35% e riuscì ad avere la meglio per 51 voti sul primo concorrente. Essendoci tre liste che si spartirono i voti, ed essendo il paese piccolo (meno di 5.000 abitanti) non era previsto il ballottaggio, quindi 51 voti bastarono al primo cittadino per avere un secondo mandato.

Fino all'attentato del 2012, quindi agli spari sull'auto, la gestione del paese da parte della Lanzetta fu ordinaria, senza particolari lodi ma nemmeno eccezionali macchie. Il tutto cambiò in quel marzo del 2012 poiché a Monasterace, per dare sostegno al sindaco, arrivarono grandi nomi come: Pierluigi Bersani, Rosy Bindi, Elsa Fornero e Susanna Camusso.

Maria Carmela proprio in queste circostanze capì che c'era spazio per fare carriera e per farlo decise che il paesino calabrese le stava stretto, quindi iniziò a infangarlo. Per mesi non fece altro che rilasciare dichiarazioni su quanto fossero mafiosi e malavitosi tutti i cittadini, sul come non si pagassero le tasse e su come ci fosse una convivenza naturale tra cittadini e 'ndrangheta. Monasterace ha ovviamente delle mele marce, come qualsiasi posto del resto, ma il 90% della popolazione paga regolarmente le tasse e rientra in quella categoria che si può considerare "bravi cittadini".

Insomma, il sindaco stava gettando fango sul proprio paese per interessi personali. A tal punto che i cittadini stessi risposero chiaramente chiedendo le dimissioni. Lo fecero in vari modi ma quello più eclatante fu uno striscione issato poco distante dal centro del paese che recitava "Sindaco ridacci la piazza e la dignità".

Sulla dignità il motivo è semplice, sulla piazza, al di là della metafora, c'è un fatto che va raccontato: Monasterace (ricordo che è un piccolo centro) ha una piazzetta nel centro del paese, costruita negli anni '70, in pieno abusivismo edilizio, per metà sul demanio pubblico (dà sul mare).

Maria Carmela Lanzetta, nel pieno dei suoi poteri, decise di distruggere quanto c'era per costruirne una nuova. Peccato che soldi in cassa ce ne fossero pochissimi e che, essendo un opera costruita per metà su terreno non idoneo, l'agenzia del demanio decise di bloccare qualsiasi lavoro ulteriore. Quindi la piazza, ancora oggi, è distrutta, in attesa che qualcuno la ricostruisca ed è così oramai da anni.

L'operato di un sindaco, però, non si può guardare solo da una piazzetta, altrimenti tanti amministratori dovrebbero pagare le loro malefatte. Un sindaco si misura sulla capacità di offrire i servizi necessari, di tenere in ordine i conti del paese e di fare in modo tale che la collettività sia soddisfatta.

Su quest'ultimo punto abbiamo già parlato, con lo striscione la collettività, o almeno una parte di essa, aveva già dato il proprio parere, quindi andiamo a parlare degli altri punti, cioè servizi necessari e conti del paese.

Questa è una montagna di spazzatura che va a fuoco all'intero del paese. Siamo nell'estate del 2011 e prima di allora a Monasterace non era mai successo. Inoltre ci sono stati nello stesso periodo dei problemi con l'acqua in casa che arrivava a singhiozzo.

Per quanto riguarda i soldi e l'economia del paese, Monasterace è andata in dissesto economico in aprile del 2013. La dichiarazione di Lanzetta è stata: "Quella attuale non è una situazione da considerarsi inaspettata, siamo stati, in maniera compatta, noi della maggioranza a chiedere il dissesto e abbiamo informato di ciò Prefettura e Viminale. La strada del dissesto è quella più responsabile pur consci della difficoltà di operare in questa situazione".

Cioè il dissesto economico è stato provocato proprio dall'amministrazione così da ripartire. Peccato che un comune in dissesto vede le tasse a carico dei propri cittadini schizzare alle stelle e poi nel 2013, con la Lanzetta sindaco sin dal 2006, quindi dopo 7 anni di gestione del comune, la colpa del dissesto di chi è? Non sono bastati sette anni per mettere in sicurezza i conti di un paesino di 3.500 persone?

Questo è stato l'ultimo colpo gobbo di un sindaco non capace di gestire un territorio con poca gente. Infatti, pochi mesi dopo aver dichiarato il dissesto, Maria Carmela Lanzetta si dimette, in polemica con il proprio staff e la propria squadra. Si tratta della fine di sindaco coraggio, colei che ha combattuto la 'ndrangheta rovinando un paese... almeno fino a ieri, fino alla chiamata di Matteo Renzi che la inserisce nel governo come ministro degli affari regionali.

La domanda che mi tormenta è come faccia una persona con un curriculum del genere a gestire tutte le regioni italiane se ha fallito a capo di un paesino.

Le mie considerazioni le lascio ad altre pagine, però qui, su queste pagine, aggiungo qualche dettaglio di cui si è anche discusso oggi. Sto parlando di Pippo Civati e Pierluigi Bersani, infatti i due leader del Partito Democratico, sono stati appoggiati dall'ex sindaco durante le primarie, proprio contro Matteo Renzi.

Nel 2012, quando le primarie si chiamavano "Italia. Bene comune" la Lanzetta appoggiava apertamente la candidatura di Pierluigi Bersani. Il risultato fu deludente, infatti a Monasterace, a differenza di quanto successo nel resto d'Italia, Matteo Renzi aveva oltre il 60% dei voti e il restante era spartito tra gli altri candidati, con Bersani che si attestava intorno al 20%. Ciò succedeva proprio perché la cittadinanza, stufa dell'amministrazione Lanzetta, votava contro la scelta del sindaco.

Nel 2013 invece il sindaco appoggia apertamente Pippo Civati, come sappiamo Matteo Renzi vince in modo schiacciante e in questo caso Monasterace non fa eccezione. Altra sconfitta per il primo cittadino.

E allora, essendosi schierata apertamente per ben due volte contro Renzi, come fa oggi la Lanzetta ad accettare un incarico in quel governo?

Proprio Civati commenta così la nomina del nuovo ministro: "Non sapevo nulla della nomina del ministro Lanzetta. Renzi si dimostra molto disinvolto, ma non è una novità. Del resto, è il suo metodo, già sperimentato. Maria Carmela Lanzetta aveva votato contro il governo in direzione nazionale. Ora entra nel nuovo esecutivo come ministro". Sembrerebbe proprio che Pippo Civati non l'abbia presa benissimo.

Insomma, solidarietà per gli atti intimidatori contro la Lanzetta, azioni da condannare senza dubbio, ma critiche e forti dubbi sull'operato come primo cittadino e, considerando le circostanze della nomina, grandi dubbi anche su ciò che andrà a fare da oggi in poi.

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