"Credo che questo sia il momento di rilanciare il tema dei diritti, un tema forte che si ricollega strettamente all’uguaglianza. La riflessione che abbiamo fatto a così alto livello oggi non è un tentativo di sostituzione della magistratura alla politica, accusa che ci è stata rivolta ancora una volta, ma è, invece, una sollecitazione alla politica a riprendersi il suo spazio. È un forte richiamo, un modo per dire: fate le riforme. E che cosa c’è di più forte della politica dei diritti. I diritti delle famiglie omosessuali non possono restare questione privata, perché si tratta di un problema di dignità e uguaglianza dei cittadini". Anna Canepa, il segretario generale di Magistratura Democratica (la corrente di sinistra delle toghe) dà l'ennesima prova di ingerenza della magistratura. Se questo non è un tentativo di dettare l'agenda politica del paese, poco ci manca.
Al convegno tenuto oggi a Roma da Magistratura Democratica (insieme al portale di studi giuridici Articolo29, e all’associazione Avvocatura per i diritti lgbt Retelenford) e dedicato ai diritti delle persone gay e lesbiche e delle loro famiglie, Md non ha nascosto i problemi affrontati oggi dalla giurisdizione e ha spiegato: "I problemi sono dovuti alla totale assenza di norme da interpretare. C’è un grandissimo sforzo fatto soprattutto dalle corti di merito, in maniera più timida dalla corte di Cassazione, una sentenza della corte Costituzionale che però ormai è stata travolta dalla giurisprudenza europea. Abbiamo la strada tracciata dall’Europa in un panorama internazionale che sta cambiando molto velocemente: non possiamo restare indietro". Insomma, il governo deve sbrigarsi.
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