La maestrina Innocenzi bocciata in giornalismo I colleghi esultano in rete

Passo falso della collaboratrice di Santoro all'esame di Stato

La maestrina Innocenzi bocciata in giornalismo I colleghi esultano in rete

La «patente» di giornalista gliel'ha data nientemeno che Michele Santoro. Peccato che l'Ordine professionale non sia d'accordo. Giulia Innocenzi, fedelissima collaboratrice del teletribuno fin dai tempi di Annozero e riconfermata a Servizio Pubblico, è stata bocciata all'esame scritto per ottenere il tesserino da professionista. Un bello smacco per una che, non ancora compiuti i trent'anni, si è già cucita addosso il ruolo di maestrina del giornalismo d'inchiesta.
Con un mentore del calibro di Santoro ci si aspetterebbero risultati migliori: «Quella di Michele è una vera scuola di giornalismo», aveva detto Giulia. O forse è così facile sentirsi un fenomeno da affrontare il compitino un po' pedante dell'esame dell'Ordine con una po' di puzza sotto il naso. D'altra parte l'abbiamo vista in moto con Vauro e con in braccio il sosia del cane Dudù nello spot della trasmissione su La7 e in altre occasioni impartire lezioni in studio nientemeno che a direttori di giornali. All'indomani della storica puntata con Silvio Berlusconi ospite fu il severo critico del Corriere Aldo Grasso a chiedersi: «Si crede la più autorevole del reame? Ha un tono così saccente che predispone al peggio il telespettatore».
Poco più che ventenne Giulia Innocenzi si dedica alla politica con il Pd e i Radicali. Poi passa al giornalismo che - come diceva un grande di cui spesso ci si sente chiedere all'esame da professionista - «è sempre meglio che lavorare». Vola subito su Rai2 sotto l'ala protettrice del talent scout Santoro, scrive sul Fatto e la sua carriera sembra irresistibile. Non fosse per quei guastafeste dell'Ordine nazionale. Scrive il sito di Libero infatti che la giovane praticante si è presentata alla sessione qualche settimana fa, ma non compare nell'elenco degli ammessi agli orali pubblicato dal sito dell'Odg. Inutile dire che la notizia ha già fatto il giro del web e che non pochi colleghi - come Riccardo Bocca dell'Espresso - cantano vittoria al grido di «Finalmente l'Ordine riacquista credibilità...». È vero che per essere un bravo giornalista non c'è bisogno di un pezzo di carta.

Lo dimostra il fatto che anche Milena Gabanelli fu bocciata all'esame. È vero anche che l'Ordine è considerato da molti un ente inutile da abolire. Ma finché esiste, chi vuole praticare il mestiere deve passare attraverso le sue maglie. Anche le allieve preferite di Santoro.

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