Mentana cambia idea: De Benedetti è libero

di Questo sì; questo no; questo ni. Con Murdoch «non ci sono controindicazioni». Con Berlusconi le «controindicazioni» si sprecano. E con De Benedetti? Con lui ce ne sono poche, pochissime, quasi niente. Dall'alto del suo nove per cento di share Enrico Chicco Mentana aziona il semaforo per i potenziali compratori di La7. Come si fa a contraddirlo? O a non tenere adeguatamente in conto le sue pagelle agli editori ai quali giura di non voler «fare l'esame del dna»? Prima che arrivasse lui, il tg della rete di TI Media non raggiungeva il 2 per cento di share. E perciò, sebbene non sia «un usciere, professione che peraltro rispetto», ma nemmeno direttore editoriale come invece era quando fu «messo alla porta» da Mediaset, i suoi via libera e i suoi stop preventivi un tantino cerchiobottisti contano eccome. Mentana non serba rancore per essere stato «licenziato in tronco in una notte» da Confalonieri e Berlusconi junior. «Però la coerenza ci vuole». E dunque ecco il primo disco rosso al Biscione che, in realtà, si era fatto avanti per pura ipotesi di scuola. Ovvero, come si fa nel mercato, per leggere le carte, peraltro negate da Telecom, del network concorrente. Il gruppo Espresso, invece, non ha nemmeno chiesto il famoso information memorandum perché non interessato all'acquisto. Perciò l'apertura di ieri di Mentana verso l'ingegner De Benedetti, quasi un'elegia, oltre che contraddittoria risulta anche pleonastica. «Lo dico con molta chiarezza: non è che me ne andrei se ci comprasse il Gruppo Editoriale-l'Espresso, perché non ci sono controindicazioni. Non ho mai lavorato con l'editore de l'Espresso e la Repubblica, non mi hanno mai cacciato, De Benedetti non si è mai presentato in politica, non ha un partito e soprattutto non è candidato premier. Preferisco in generale avere un editore che non riverbera, neanche involontariamente, le sue tendenze politiche sul prodotto. Anche se molti parlano del partito di Repubblica, l'interesse prevalente industriale di De Benedetti è l'editoria. Non c'è dubbio che attraverso la Repubblica - ammette Mentana - si fa un po' di politica. Però non è che fare l'editoria comporta l'essere completamente adamantini e neutrali rispetto la politica». Però, suvvia. Nel caso della perduta illibatezza politica dell'Ingegnere Mentana è pronto a chiudere un occhio. Tanto più se CDB si tiene alla larga dal tesoro. Nella primavera 2011, invece, quando ne sembrava ingolosito, il Superdirettore disse «che la situazione migliore per La7, per la sua libertà, è un editore non “sessuato” politicamente». Parole ribadite tre giorni fa in una lunga intervista che Il Corriere della Sera aveva sintetizzato con il titolo Né Berlusconi né De Benedetti. Qui meglio un editore non schierato. Invece par di capire che in appena 72 ore De Benedetti abbia smarrito la sua «sessualità politica», beato chi ci crede. E, dunque, sia il benvenuto.
Completamente asessuato dev'essere invece Rupert Murdoch, lui sì davvero presentabile e degno di consultare il dossier di La7. Per Lo Squalo Mentana non vede «controindicazioni. Perché stiamo parlando di gente che sa come si fa la televisione, che ha robuste dotazioni di diritti in library che potrebbe sinergizzare molto bene».
Purtroppo è di ieri la notizia, diffusa da The Indipendent, di una nuova indagine a carico di News of The World, il magazine britannico chiuso oltre un anno fa a causa degli scandali delle intercettazioni di molti vip. Secondo le confessioni di un ex poliziotto il giornale di Murdoch avrebbe commissionato dei furti negli appartamenti delle persone spiate.

Dai rapporti della polizia emerge che il News of the World si sarebbe servito di un'agenzia d'investigazioni per introdursi in casa di alcuni personaggi e cercare documenti compromettenti. Sarà mica il caso di revisionare le patenti già distribuite a qualche editore?

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