Altro che trasparenza. Il Consorzio Venezia nuova, guidato dal grande burattinaio delle tangenti Giovanni Mazzacurati, riusciva addirittura a far scrivere le leggi su misura per mettere le mani sui finanziamenti dei fondi Fas (Fondo aree sottoutilizzate). «Il Consorzio Venezia Nuova - scrive il gip Alberto Scaramuzza nell'ordinanza di custodia - si comporta come una vera e propria lobby o gruppo di pressione per ottenere le modifiche normative d'interesse».
LETTA SR NON C'ENTRA
Per raggiungere lo scopo e ottenere una deroga al tetto del 15 per cento dei fondi Fas per il Nord, Mazzacurati le prova tutte. Vorrebbe incontrare pure il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta che così atterra fra le carte dell'indagine. Tirato in ballo in una girandola di conversazioni. In una telefonata, Mazzacurati annuncia al suo interlocutore il meeting con il «dottor Letta». Per il gip Letta riceve Mazzacurati a Palazzo Chigi almeno una volta. Ma i contatti, scrive Scaramuzza, sono «del tutto privi di rilievo penale, non risultando... alcun tipo di richiesta ma risultando esclusivamente un interessamento rispetto ad un'importante opera quale il Mose».
LO STIPENDIO A GALAN
Ma fra una telefonata e un colloquio volano anche le mazzette. Addirittura codificate, secondo l'accusa, con la retribuzione stabile di alcuni big della politica. Almeno 20 milioni, del resto, sono finiti sui conti esteri preparati dalla rete creata dall'ex top manager della Mantovani, Giorgio Baita, fra i primi ad essere arrestato. E sono pronti per soddisfare le diverse esigenze. Galan è in testa alla lista: l'ex governatore avrebbe ricevuto «900mila euro nel periodo fra il 2007 e il 2008, per il rilascio dell'adunanza della commissione di Salvaguardia del 20 gennaio 2004, del parere favorevole e vincolante al progetto definitivo del sistema Mose» e ancora 900mila euro nel periodo fra il 2006 e il 2007 per il rilascio nell'adunanza del 4 novembre 2002 e del 28 gennaio 2005 del parere favorevole della commissione V.i.a. della Regione Veneto, su progetti delle scogliere esterne alle bocche di porto di Malamocco e Chioggia». Dunque, in conclusione Galan, «in qualità di presidente della Regione Veneto» si sarebbe adoperato più di una volta «per compiere atti contrari ai suoi doveri d'ufficio», ovvero per sbloccare pratiche care al Consorzio Venezia Nuova, ricevendo di fatto «uno stipendio annuale di un milione di euro». Il tutto fra il 2005 e il 2012. «Chiedo di essere ascoltato al più presto - replica l'ex ministro - ho le prove inoppugnabili della mia estraneità alle accuse che mi sono mosse, accuse che si appalesano del tutto generiche e inverosimili, per di più provenienti da persone che hanno goduto di miti trattamenti giudiziari e che hanno chiaramente evitato una nuova custodia cautelare».
IL FINANZIAMENTO A ORSONI
Il sindaco Giorgio Orsoni è stato arrestato per un reato meno grave: un finanziamento illecito di 110mila euro. La somma sarebbe arrivata in vista delle amministrative del 2010, quelle in cui sconfisse Renato Brunetta. Attenzione: Orsoni «beneficia di un contributo elettorale sì formalmente deliberato di 110mila euro, ma attraverso passaggi effettuati per impedire che risultasse il vero finanziatore, ossia il Consorzio Venezia Nuova, trattandosi quindi di finanziamenti illeciti». Insomma, Orsoni avrebbe mascherato l'imbarazzante contributo. Formalmente a pagare sarebbero state alcune aziende - dalla Mazzi alla Mantovani alla Covela - che a loro volta avrebbero ottenuto il denaro dal Consorzio Venezia nuova sulla base di false fatturazioni.
IL MAGISTRATO CORROTTO
Finisce ai domiciliari il magistrato della Corte dei conti Vittorio Giuseppone. Sarebbe stato corrotto dal solito Mazzacurati fra il 2000 e il 2008 «per ammorbidire i controlli i controlli di competenza della medesima Corte dei conti sui bilanci e gli impieghi delle somme erogate al Consorzio Venezia Nuova. Anche lui, come Galan e altri politici, avrebbe ricevuto uno stipendio fisso. L'importo? «Oscillante fra 300 e i 400mila euro, che gli veniva consegnato con cadenza semestrale, a partire dai primi anni del 2000 sino al 2008» e «non meno di 600mila euro nel periodo compreso fra il 2005 e il 2006».
A VOLTE RITORNANO...
Fra gli arresti eccellenti c'è quello di Roberto Meneguzzo, il finanziere vicentino di Palladio finanziaria, crocevia di molti affari nel Nordest. Meneguzzo è «a conoscenza dell'illecita finalità perseguita da Giovanni Mazzacurati - scrive il gip - e «lo metteva in contatto» con l'ex ufficiale della Gdf ed ex deputato del Pdl Marco Milanese. Milanese è «il consigliere politico dell'allora ministro Giulio Tremonti. Mazzacurati gli consegna «personalmente» 500mila euro, «al fine di influire sulla concessione dei finanziamenti del Mose, in particolare nel far inserire fra gli stanziamenti inclusi nella delibera Cipe n. 31 2010 e nei decreti collegati anche la somma relativa ai lavori gestiti dal Consorzio Venezia Nuova, inizialmente esclusa dal ministro».
LA TANGENTE AL GENERALE
Milanese, che è indagato, compare in un secondo gravissimo episodio. Mazzacurati, sempre per il tramite di Meneguzzo e Milanese, entra in contatto con il generale delle Fiamme Gialle Emilio Spaziante, all'epoca comandante interregionale dell'Italia centrale e oggi in pensione. Spaziante serve per influire «in senso favorevole sulle verifiche fiscali e sui procedimenti penali aperti nei confronti del Consorzio Venezia Nuova».
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