"Adesso c'è soltanto il sentimento di un buio in cui stiamo sprofondando", lamentava in tempi lontani Federico Fellini. Adesso, oltre al sentimento, c'è il buio in tutti i sensi. Soprattutto nelle strade delle città. Non bastava l'oscurità della recessione, della disoccupazione e della crisi economica. Mancava ancora qualcosa. E allora eccoli lì il nuovo provvedimento del governo il cui nome "Cieli bui" già la dice tutta e collima perfettamente con sobrietà, rigore e depressione, vestali di un esecutivo che punta più al taglio che alla crescita. Più al risparmio che alla sicurezza e alla vivibilità.
Almeno è questo il timore. Perché a leggere la misura introdotta nella legge di Stabilità (poi uno vorrebbe anche capire come si concilia un provvedimento del genere all'interno della Finanziaria 2013, ma questa è un'altra storia) il rischio che incomba l'ora del coprifuoco è ben presente. Nonostante il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, abbia tenuto a precisare che "si tratta di ottimizzare, di non sprecare dei soldi senza venir meno alle regole fondamentali di sicurezza".
Sarà. Intanto, il testo parla di "spegnimento dell’illuminazione ovvero suo affievolimento, anche automatico, attraverso appositi dispositivi, durante tutte o parte delle ore notturne; individuazione della rete viaria ovvero delle aree, urbane o extraurbane, o anche solo di loro porzioni, nelle quali sono adottate le misure dello spegnimento o dell’affievolimento dell’illuminazione, anche combinate fra loro".
Per carità, il fine sarà pure nobile - la riduzione e il contenimento della spesa pubblica con un risparmio di almeno 500 milioni di euro - ma la modalità di raggiungimento è discutibile. Per anni ci hanno detto che l'illuminazione delle strade era sinonimo – e presupposto fondamentale – di sicurezza e ora vogliono mettere il loden anche ai lampioni. Come la mettiamo con la criminalità, la sicurezza sulle strade e – perché no? - il decoro urbano?
Il rischio è quello di un black-out in strade, parchi e piazze che rischierebbe di diminuire fortemente la sicurezza percepita da parte dei cittadini, con annesso aumento potenziale della criminalità. E, se poi pensiamo ad alcune città del Sud dove già l'illuminazione è una chimera, ecco che la situazione appare ancora più critica.
Per non parlare della sicurezza stradale di pedoni e ciclisti. A tal proposito è intervenuta l’Asaps, Associazione amici sostenitori polizia stradale, che ha criticato il provvedimento in quanto rischia di rendere "inevitabile l’aumento di incidenti notturni, soprattutto per pedoni e ciclisti, soggetti deboli che pagano il maggior prezzo da un affievolimento della visuale notturna". L'associazione ha inoltre ricordato come "l’indice di mortalità medio di 1,9 morti ogni cento incidenti raggiunge i suoi picchi più elevati proprio nelle ore notturne, dalle 22 alle 6 del mattino con punte che vanno da 2,3 addirittura a 5,7 incidenti mortali ogni cento alle 4 della notte".
Insomma, risparmiare adesso per spendere di più dopo. È questo un altro rischio dell'Operazione "Cieli bui". Senza considera un altro aspetto: quello della vivibilità delle città. Una città illuminata, così come una via o una piazza, conferisce maggiore conforto e permette di scoprirne gli anfratti nascosti, di "vederla" e vivere anche dopo il tramonto.
E pensare che nell'ultimo periodo il premier Mario Monti aveva detto di vedere la luce fuori dal tunnel. Adesso si rischia di serrarlo, questo tunnel. Va bene l'austerità, ma non spegniamo i lumi. Neppure quelli della ragione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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