Può capitare. Dieci domande che diventano nove. Capita per ragioni di spazio, il più delle volte. Nei giornali, si sa, gli ingombri sono quelli che sono. Ma per il Fatto Quotidiano, sempre così schietto, sereno e imparziale nei suoi giudizi e nelle sue ricostruzioni, può succedere che una domanda venga tagliata non tanto per questioni di ingombri e di spazio ma perché semplicemente ingombrante data la risposta che ne consegue. Perché ingombranti, in quella risposta, sono i nomi di Mario Monti e Mario Draghi.
Il pasticciaccio è venuto a galla perché lo ha prontamente denunciato, con dovizia di dettagli, il sito internet http://www.grandeoriente-democratico.com. Dunque chi ha avuto la fortuna di sfogliare il Fatto Quotidiano del 6 Febbraio 2013, citiamo testualmente dal sito «...ha potuto leggere, sia nel titolo in prima pagina sia nel rimando alle pagine interne una versione censurata, rimaneggiata e parzialmente manipolata dell'intervista concessa la sera del 5 febbraio dal fratello Gioele Magaldi (fondatore del Grande Oriente Democratico, ndr) al giornalista Fabrizio d'Esposito. La volontà di censurare e manipolare - si legge nel sito - non va ricondotta all'incolpevole (e meritevole, poiché aveva concepito delle domande intelligenti, interessanti e oneste intellettualmente) Fabrizio d'Esposito, bensì direttamente a un personaggio che si è rivelato (e ne siamo rimasti sorpresi, perché l'avevamo sempre stimato come un uomo libero e integro) uno squallido fariseo, un sepolcro imbiancato di evangelica memoria: l'attuale (speriamo ancora non per molto) direttore de il Fatto Quotidiano: Antonio Padellaro».
Queste le considerazioni del sito massonico, cui di nostro non aggiungiamo nulla perché nulla serve aggiungere. Giusto per una migliore comprensione della vicenda va riferito che l'intervista, abilmente potata, ruotava attorno alla vicenda Monte dei Paschi di Siena con personaggi e interpreti che Magaldi, rispondendo alle domande del collega d'Esposito, ha cercato di tratteggiare e di soppesare, per ruolo e coinvolgimento nello scandalo. Prendiamo una domanda a caso: A Siena l'intreccio massonico che riflesso ha sulle varie cordate? Si è parlato di Amato, Bassanini, Luigi Berlinguer, poi dei berlusconiani vicini alla banca come Verdini. Questa domanda c'è per esempio. Ma prendiamone un'altra, quella che non c'è, che è sparita, svanita nel nulla: «Leggendo il suo sito, si apprende che il mondo del potere è zeppo di fratelli. Lasciando da parte P2, P3 e P4, lei chiama fratelli anche Draghi e Monti...» E a questo punto leggete con noi la risposta di Magaldi che non avete potuto leggere perché stata tagliata: «Mario Draghi e Mario Monti sono entrambi massoni. Di più: appartengono all'aristocrazia massonica sovranazionale. Su ciò saranno peraltro prodotte importanti ed autorevoli testimonianze documentarie nel mio libro Massoni. Tra l'altro, occorre dire che troppo spesso, sulla questione Mps, ci si interroga sul livello italiano degli intrecci massonici. In realtà, se c'è un massone implicato fino al collo nella vicenda, quello è proprio il Venerabilissimo Maestro Mario Draghi, governatore di quella Banca d'Italia che tutto fece tranne che intervenire energicamente al tempo della strana acquisizione di Banca AntonVeneta da parte del Monte dei Paschi di Siena».
Piuttosto esplicito il messaggio del massone Magaldi che, a chi ha proprio la smania di saperne di più su intrecci, trame e alleanze varie, suggerisce di acquistare e naturalmente leggere (non ci si saranno tagli ovviamente) il suo prossimo libro: «Massoni. Società a responsabilità illimitata. Il Back-Office del Potere come non è mai stato raccontato. Le radici profonde e le ragioni inconfessabili della crisi politico-economica del XXI secolo» (ChiareLettere Editore), in uscita tra aprile e maggio 2013.
Quindi ancora una battuta: «La versione censurata e manipolata da Antonio Padellaro, mandata anche in stampa senza il consenso dell'intervistato, che è stato avvisato delle censure e manipolazioni quando ormai il giornale era passato dal tipografo e pronto alla distribuzione, dovrebbe invitare ad interrogarci su quanto sia sporco talora il giornalismo italiano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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