"Gli italiani pur sottoposti a un trattamento incisivo e pesante di misure, stanno dimostrando di non essere particolarmente ostili a coloro che hanno dovuto persuaderli di farlo nel loro interesse di lungo periodo". Ne è convinto il premier Mario Monti, intervenendo alla conferenza dell’Ocse.
Insomma, nonostante l'aumento delle tasse, la pressione fiscale arrivata a livelli record, l'aumento della disoccupazione e la crisi economica che attanaglia le imprese, il presidente del Consiglio è certo che nonostante le misure pesanti gli italiani non siano ostili all'operato del suo governo. Inoltre, secondo il capo del governo, "grazie all’azione di questi mesi l’Italia si è tolta dalla lista dei paesi che rappresentavano un problema per la stabilità dell’area euro". E soprattutto, senza il decreto Salva-Italia, "avremmo perso sovranità".
"Mantenere il rigore"
Come aveva già detto giorni fa, Monti vede la luce. "Siamo determinati a fare scelte nel breve periodo per guardare a obiettivi a lungo periodo, è stata una scommessa sull’Italia, sulla sua capacità di reagire, di cambiare rotta, di costruire un futuro di crescita". Ma i tempi della crescita devono ancora arrivare, perché, come ha ammesso il Professore, "è troppo presto per abbandonare il rigore, va sempre mantenuto".
"Non abbiamo prospettiva elettorale"
Comunque sia, "il 2013 sarà un anno in crescita", non con un pil dal segno più, ma "un anno con profilo ascendente", nonostante "il motore dell’economia si avvierà lentamente", ha spiegato Monti. Che poi è tornato a smentire ipotesi di una continuazione del suo governo. "Noi non abbiamo come prospettiva quella elettorale" ha affermato il premier che poi ha smentito tuttavia "il teorema di Juncker" secondo cui chi fa riforme strutturali fa bene al suo Paese ma poi perde le elezioni. "Questo teorema in realtà è smentito dal suo stesso autore, il primo ministro lussemburghese che è in carica dal 1995. Ci sono stati altri casi che smentiscono questo teorema. Poi ci siamo che non abbiamo una prospettiva elettorale", ha chiosato il bocconiano. Che poi, parlando delle riforme fatte dall'esecutivo, ha annunciato che "l’azione realizzata in questi mesi produrrà nei prossimi 10 anni un aumento di 4 punti percentuali del Pil".
"Nessun aiuto a Fiat"
Poi, parlando dell'incontro avuto con i vertici Fiat, il premier ha spiegato che si è trattato di un "incontro lungo, approfondito, di
analisi delle tendenze, delle strategie, non è stata chiesta cassa integrazione in deroga, non sono state chieste concessioni finanziarie e non sarebbero state accolte, il governo non si è impegnato a dare aiuti finanziari alla Fiat ma a salvaguardare la Fiat in Italia e il suo patrimonio di ricerca".
Corruzione
Infine, il premier, parlando delle misure contro la corruzione, ha affermato che "l'inerzia di una parte politica è comprensibile ma non scusabile", assicurando comunque che ci "sarà un pacchetto equilibrato sulla giustizia".
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