"Non fai mai sesso". E denuncia il marito per maltrattamenti

La donna: "In tre anni solo due accoppiamenti". Il coniuge: "Macché, saranno stati almeno il doppio"

"Non fai mai sesso". E denuncia il marito per maltrattamenti

Alla parola «Maltrattamento», il vocabolario spiega: «Dimostrazione di violenza nei confronti di un soggetto». Se quindi una persona ignora un'altra persona, tutto si potrà dire, ma non certo che la maltratta. Ma c'è una donna, a Genova, che - poco devota al Devoto-Oli e molto devota al Rapporto Master e Johnson - accusa il marito di maltrattamento perché lui «non fa niente» con lei. Ma cos'è, nello specifico, che vorrebbe «fare» la signora? Sesso. Possibilmente, spesso e volentieri. Peccato il di lei coniuge da quest'orecchio (e pure dall'altro) non ci senta, preferendo godere di altre occupazioni - diciamo così - meno stressanti: leggere i fumetti, guardare le partite spaparanzato sul divano, giocare a calcetto, bere la birra, mangiare la pizza e cazzeggiare con gli amici; insomma, le 6attività6 che danno veramente senso compiuto alla vita di un uomo. In realtà tra gli hobby più appaganti per il genere maschile, ci sarebbe pure la voglia di fare «sesso sfrenato». Ma qui entrano in gioco una serie variabili e combinati disposti che rendono tale pratica sfuggente a qualsiasi tipo di generalizzazione: l'età (di lei, intesa come fidanzata o moglie), l'avvenenza (sempre di lei), le qualità erotiche-amatorie (di lei, ovviamente). Nel ménage di coppia, infatti, se lei (fidanzata o moglie non fa differenza) è ormai avanti con l'età, ha perso l'avvenenza e ha dimenticato ogni qualità erotica-amatoria, diventa inevitabile che lui finisca col trascurarla sotto le coperte. Ma da qui a parlare di «maltrattamenti» (psicologici, si presume) ce ne passa. Eppure una signora di Genova - oggetto ieri di un servizio sul Tgcom24, pare sia proprio questa la fattispecie di reato che davanti al giudici ha contestato al marito sessualmente inadempiente. L'accusa che pende sulla testa (e non solo sulla testa) dell'uomo è insolita: non aver assolto agli obblighi coniugali. La moglie lo ha portato in tribunale perché, secondo la sua ricostruzione, in tre anni di matrimonio, i rapporti sessuali sarebbero stati soltanto due, peraltro risalenti al viaggio di nozze. Ma lui, imputato di renitenza alla libido, non ci sta: «I rapporti sono stati almeno il doppio. E poi si sa che in queste cose conta la qualità, non la quantità...». Vabbè, caro collega (inteso come collega-uomo), ma pure se gli accoppiamenti fossero stati 4 in tre anni, risulterebbero assai pochini; senza contare che anche sulla «qualità», la moglie avrebbe espresso più di un dubbio. «Per evitare di fare sesso trovava ogni scusa - ha denunciato la donna -, tanto che, pur di avere un figlio, mi sono sottoposta all'inseminazione artificiale. Ma la nascita di una bambina non ha peggiorato la situazione». I «mal di testa» di lui sono aumentati e sul palcoscenico del sesso matrimoniale è calato definitivamente il sipario.

Anche per questa ragione la signora ha chiesto al tribunale la separazione con addebito al marito, esplicitando la presunta (molto presunta) aggravante del maltrattamento da astensione sessuale. A noi resta un rammarico. Una fotografia (purtroppo al momento non disponibile) della signora avrebbe potuto aiutarci a capire meglio. A comprendere. E magari, a perdonare i «no» del marito.

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