Roma - La bomba - stavolta la metafora bellica non è fuori posto - scoppia nella sala stampa vaticana mentre il portavoce del papa spiega chi è il nuovo presidente dello Ior (l'avvocato tedesco Ernst Freiherr von Freyberg) e come è stato selezionato. È il corrispondente del quotidiano catalano La Vanguardia a svelare che l'industria di cui il barone è presidente dal 2012, la Blohm+Voss di Amburgo, è un colosso della cantieristica che produce anche materiale militare. Apriti cielo.
Scelta opportuna? Gaffe dettata dalla fretta di chiudere il caso-Ior prima dell'addio di Benedetto XVI? O dettaglio trascurabile visto il curriculum del prescelto? Von Freyberg è avvocato, finanziere, imprenditore (siede nel board della Manpower tedesca, società di lavoro interinale), oltre che tesoriere dell'Ordine di Malta a Berlino, promotore di un'associazione di pellegrinaggi a Lourdes e leader della Fondazione Freyberg che sostiene scuole cattoliche in Germania, Francia e Austria.
L'imbarazzo vaticano è evidente. «Non so se fanno navi da guerra o navi in generale, so che von Freyberg organizza anche pellegrinaggi», dice Lombardi suggerendo di «non affrettare valutazioni negative». La Blohm+Voss durante la seconda guerra mondiale fabbricò la corazzata Bismarck, i sottomarini U-Boot e aerei per la Luftwaffe. In tempi più recenti la produzione si è spostata su grandi yacht, piattaforme petrolifere e alta tecnologia navale.
Una mano provvidenziale porta a Lombardi una nota secondo la quale la B+V ha ceduto la produzione bellica e si occupa soltanto di progettazione. Il padre gesuita tira un sospiro di sollievo: «Così la "Pacem in terris è a posto e siamo tutti tranquilli». L'enciclica di Papa Giovanni era stata citata da un altro giornalista sconcertato.
Ma l'informazione non è del tutto corretta. Due ore dopo arriva una precisazione: «L'attività fondamentale del gruppo Blohm+Voss è la trasformazione e la riparazione di navi da crociera e attività per l'industria che opera in alto mare, come pure la costruzione di yacht. Attualmente fa anche parte di un consorzio che costruisce quattro fregate per la marina tedesca».
Magari non produce cannoni e siluri, tuttavia opera anche nel settore militare.
Non è l'unico aspetto che padre Lombardi è costretto a correggere. Inizialmente aveva detto che von Freyberg sarebbe stato a Roma soltanto tre giorni la settimana e il resto in Germania a curare gli altri interessi.
La questione è delicata: una delle accuse mosse a Ettore Gotti Tedeschi, il presidente sfiduciato dal consiglio di sovrintendenza Ior lo scorso 24 maggio, era di passare poco tempo a Roma. Nel pomeriggio arriva la rettifica: von Freyberg «lavorerà esclusivamente per lo Ior» mantenendo la presidenza di Blohm+Voss e le attività di volontariato per l'Ordine di Malta.
Incertezze e imprecisioni hanno messo in secondo piano il grande lavoro che ha portato al barone tedesco.
Otto mesi di analisi e colloqui svolti assieme a una società internazionale di «cacciatori di teste», la Spencer Stuart di Francoforte, che ha selezionato dapprima 40 profili, poi ridotti a sei e quindi a tre.
La terna di candidati è stata sottoposta sia al Consiglio di sovrintendenza (composto da banchieri laici) sia alla Commissione di vigilanza di cui fanno parte cinque cardinali (presidente è Bertone, poi Nicora, il francese Tauran, il brasiliano Scherer e l'indiano Toppo) cui spetta la decisione finale.
Giovedì mattina il board dei sovrintendenti e i porporati hanno scelto all'unanimità von Freyberg, nel pomeriggio la documentazione è stata sottoposta a Benedetto XVI che ha dato il consenso pur non conoscendo direttamente il finanziere ma soltanto il nome della famiglia.
Ieri mattina l'ultimo via libera. «Una procedura esemplare per serietà, affidabilità, competenza - dice padre Lombardi - priva di inappropriate interferenze ecclesiastiche».
Sarebbe dunque da escludere un intervento diretto di papa Ratzinger, al quale era stato attribuito un ruolo di mediazione tra i cardinali Bertone e Nicora. Quest'ultimo lascerà presto lo Ior perché diventato incompatibile. Benedetto XVI si è limitato a ratificare una decisione altrui.
Del resto, ricevendo ieri mattina i membri della munifica associazione caritativa «Pro Petri Sede» non aveva parlato di soldi ma di ciò che più gli sta a cuore: «L'Anno della fede ci invita a una conversione autentica a Gesù, unico salvatore del mondo. La fede è un nuovo criterio d'intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell'uomo».
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