Il direttore del Mattino Alessandro Barbano chiude il caso Esposito, si lascia alle spalle scoop e polemiche e va in ferie. Ma la pratica innescata dall'intervista concessa dal magistrato al quotidiano napoletano è ormai approdata al Csm. E ai primi di settembre, finita la pausa estiva, si entrerà nel vivo. E si cercherà di stabilire una volta per tutte il contenuto della conversazione fra il giornalista del Mattino e il magistrato di Cassazione. Esposito in qualche modo continua a negare, a prendere le distanze dal testo pubblicato, parla di manipolazioni e sostiene che la domanda chiave su Berlusconi è stata aggiunta a tradimento.
Insomma, il faccia a faccia con il presidente del collegio che aveva appena condannato Berlusconi, con ripercussioni in tutto il mondo, era stato concordato, secondo Esposito, come una chiacchierata sui massimi sistemi. Senza alcun riferimento all'attualità. Una tesi che appare surreale, a maggior ragione dopo aver ascoltato la breve parte del testo disponibile sul sito del giornale campano. E allora il Csm acquisirà il brogliaccio della telefonata e ricostruirà tutti i punti, le sfumature, i possibili fraintendimenti. E magari si cercheranno in testa e in coda le parti più colloquiali del dialogo, al di fuori del recinto del botta e risposta. Vale a dire il contesto in cui è nato il testo.
Al Mattino sono tranquilli e ricordano che l'intervista riproduce alla lettera, anzi alla virgola, il pensiero e le parole del giudice. Dunque, non ci sarebbero zone d'ombra, passaggi controversi, frasi da decodificare. Nessun mistero. Niente retroscena. Il testo è lì da leggere e in redazione fanno notare che se qualcuno pensa che sia tolto o aggiunto qualcosa va fuori strada. Non c'è un vocabolo in più o in meno. Esposito - se il testo coincide con quello che tutti ora conoscono - si è incartato da solo mulinando i concetti e disquisendo, come in una filastrocca, sul non poteva non sapere e sul sapeva perché qualcuno gliel'aveva detto.
A Palazzo dei Marescialli fanno notare che la sortita intempestiva del presidente è in qualche modo un'anticipazione delle motivazioni e mette dunque in difficoltà il relatore incaricato di scriverle. Si vedrà. E poi si valuterà quel che faranno il ministro di Giustizia e il pg della Cassazione che potrebbero avviare formalmente l'azione disciplinare, di fatto già partita quando il guardasigilli Anna Maria Cancellieri ha chiesto informazioni al primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce e dato mandato all'ispettorato del ministero di approfondire la vicenda. La storia, dunque, non finisce qua. I vertici dell'Anm avevano cercato di circoscrivere il caso, liquidandolo come una discussione inopportuna. Ma l'argine costruito a colpi di aggettivi non ha retto. Esposito dovrà spiegare come è andata: lui e Antonio Manzo, il giornalista del Mattino, si conoscevano da molti anni. E questo, al di là della dimestichezza, avrebbe dovuto metterlo in guardia dal parlare a ruota libera. Il magistrato si difenderà, ma non potrà più provare a cavarsela come ha fatto finora alludendo a complotti, travisamenti, forzature, manipolazioni.
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