"In un momento in cui molti italiani affrontano una fase di difficoltà è urgente intervenire per contenere l'elevata pressione fiscale e l'onere del prelievo deve inoltre essere distribuito in modo più equo". Ma il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, dov'è stato finora? Delle due l'una: o non si è accorto della raffica di tasse che il governo Renzi ha messo in atto in questi pochi mesi, oppure se n'è accorto a tal punto che sta cercando di sedare gli animi. Con i soliti proclami. "Il governo ritiene cruciale procedere a un riordino complessivo del sistema tributario nazionale, e questo avverrà attraverso la delega fiscale di cui il Consiglio dei ministri ha approvato ieri i primi elementi", annuncia Padoan.
Sarà. Intanto di sicuro c'è solo che da quando si è insediato, l'esecutivo ha provveduto a falcidiare i portafogli dei contribuenti italiani. Si è partiti con l'Imu per le seconde case, nel complesso risultata più alta rispetto all’Ici, poi c'è stato l'aumento della Tasi (con la conseguenza che oltre il 50% delle famiglie ha dovuto versare di quanto ha speso lo scorso anno), poi è arrivato il rincaro del balzello sulle rendite finanziarie e sui risparmi (dal 20 al 26%). La lista non finisce qui: sono arrivati i rincari delle accise sulla benzina, il raddoppio delle tasse sui passaporti, l'aumento della trattenuta che i fondi pensione versano allo Stato sui rendimenti maturati (dall'11 all'11,5%) e sono aumentate le aliquote regionali.
C'è poi il capitolo relativo ai rischi di nuove imposte: da quella sui telefoni e tablet passando per il bollo auto fino alla tassa di successione. Tutte sul tavolo del ministero e del governo. Come se non bastassero le tasse che ci sono già.
Sì, è vero: Renzi può sventolare il fiore all'occhiello degli 80 euro in busta paga. Ma si tratta di un provvedimento transitorio (definito "un surrogato" dalla Corte dei Conti) mentre gli aumenti dei tributi sono permanenti. Quanto al taglio delle bollette per le Pmi, oggi è arrivata anche la bacchettata della Cgia di Mestre secondo cui tale sconto energetico non produrrà alcun beneficio per l'85% delle imprese e dei lavoratori autonomi presenti in Italia. Insomma, Padoan adesso invoca un urgente taglio della pressione fiscale (quale ministro dell'Economia non l'ha già fatto?). Meglio tardi che mai, un taglio delle tasse è sempre benvenuto, ma per il momento ha provveduto solotanto ad aumentarle. E che ciò sia successo a sua insaputa è solo un dettaglio.
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