All'indomani dell'ennesimo assalto giudiziario a Silvio Berlusconi, indagato dai pm di Milano per il "Ruby Ter", i democratici iniziano ad aprire gli occhi. C'è qualcuno in via del Nazarono che sembra prendere coscienza dello strapotere delle toghe e, soprattutto, dell'uso politico che viene fatto delle aule dei tribunali. Il monito al neo segretario del Pd Matteo Renzi, alle prese in questi giorni con la riforma della legge elettorale, arriva da Claudio Velardi. "Occhio, Matteo, il sistema non si lascerà cambiare senza aver combattuto e come al solito si servirà della magistratura per fare a pezzi il riformatore che più lo minaccia. Cioè te". In un'intervista a Qn, l'ex consigliere di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi ammette che il vero ostacolo alle riforme non sono i cuperliani, che puntano solo a riposizionarsi a sinistra, ma "i magistrati che punteranno a far fuori" Renzi.
Il tritacarne giudiziario è già iniziato. Berlusconi, si può dire, ne è abituato. Da vent'anni c'è una folta schiera di toghe politicizzate a perseguitarlo facendolo rientrare in qualsiasi inchiesta pur di screditarlo politicamente. Con la condanna al processo Mediaset e il voto sulla decadenza da senatore, credevano di aver decapitato una volta per tutte il centrodestra italiano facendone fuori il leader. Così, non è stato. I sondaggi danno Forza Italia in ottima salute. Tanto da trainare, in caso di elezioni, l'intera coalizione e portarla al primo o, al massimo, al secondo posto. Non solo. L'intesa con Renzi sulla riforma della legge elettorale non ha fatto altro che accendere i riflettori della procura di Milano sul Cavaliere. Riflettori che, secondo lo spin doctor di D'Alema, potrebbero puntare anche sul sindaco di Firenze. "Da vent’anni non si muove nulla perché ogni volta che qualcuno si azzarda a toccare questo o quell’interesse - ha spiegato Velardi - chi si sente minacciato trova regolarmente nella magistratura il proprio più efficace difensore". Dal momento che Berlusconi Renzi minacciano gli interessi costituiti col fermo intento di cambiare il Paese, la magistratura ha già pronta a muoversi. Anche secondo Berlusconi le procure sarebbero già pronte ad allargare il proprio braccio d'azione provando a colpire Renzi, reo di aver di aperto al leader di Forza Italia la sede del Pd per sottoscrivere un'intesa epocale. Ragionando nelle ultime ore con un parlamentare, l'ex premier avrebbe infatti detto che "Matteo farebbe bene a guardarsi le spalle".
"Per i magistrati l’idea che la politica possa riacquistare la forza perduta è insopportabile". Secondo Velardi Renzi deve stare "attentissimo". A Firenze, stando ai rumors che corrono nei corridoi di Palazzo Vecchio, sarebbe in corso un lavorìo per "trovare un qualche ossicino nascosto nei suoi armadi". Una strategia che fa il paio con il blitz del procuratore Edmondo Bruti Liberati con il terzo capitolo del Rubygate. "Non è certo un caso che come Berlusconi è tornato in campo subito sia ripresa l’offensiva giudiziaria contro di lui", conclude Velardi. Proprio per questo dal quartier generale del Pd fanno sapere di non essere interessati al Ruby Ter. "Siamo concentrati su un altro obiettivo - spiega Davide Faraone, fresco della nomina nella segreteria di Renzi - siamo come quei tennisti così concentrati sul match che non si accorgono del pubblico che grida".
Insomma, spiega il renziano, "una cosa è il leader politico del centrodestra, riconosciuto dagli elettori di quella parte politica, e un’altra cosa sono le vicende giudiziarie che hanno riguardato Berlusconi e continuano a riguardarlo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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